Parla una donna celebra entusiasticamente le donne italiane attraversoesempi puntuali di virtù, di onestà, di pietà, di eroismo. Il libro, pubblicato in pieno conflitto mondiale, nella primavera del 1916, raccoglie gli scritti di guerra apparsi sul Giorno tra il maggio 1915 e il marzo 1916. Esso fu dedicato dalla Serao ai tre, dei suoi quattro figli, che erano in quel momento soldati: Antonio, caporale di Fanteria, Paolo, sottotenente del Genio, Vittorio, tenente di Fanteria, che «servono la Patria con fedeltà ed onore».
Dopo una ristampa datata 1921, il testo è rimasto pressoché avvolto nel silenzio. La Serao, madre di tre figli soldati, si identifica soprattutto con «quelle madri ostinate in una sublime speranza: e che non avendo notizie di un figlio da sei mesi, da un anno, da quindici mesi, seguitano a scrivere, ovunque, seguitano a dirigersi, a tutti, seguitano a mettere avvisi nei giornali esteri, per sapere qualcosa di uno scomparso. Attraverso prose di guerra, questa maestra di giornalismo, «la più grande pittrice di folle che abbia dato il nostro verismo» come la giudicò Momigliano, ha saputo cogliere l’intimo e vario travaglio della donna e soprattutto della madre italiana, ricomponendone gli elementi di identità allora prevalenti, «per un bisogno di proclamare tanta purezza di abnegazione, tanta altitudine spirituale».
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