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Il caso Menichini nasconde una “guerra” di potere sull’asse Roma-Salerno

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In attesa della decisione definitiva di Lotito e Mezzaroma sul destino di Menichini a Salerno impazza il toto allenatore. Ieri c’era addirittura chi sul web dava per ufficiale l’ingaggio di Di Carlo con tanto di curriculum e aggiornamento della sua pagina su Wikipedia. Tutto falso, tutto inventato. Lo stesso Di Carlo che si è detto onorato dell’accostamento alla panchina granata ha smentito ogni contatto con i dirigenti della Salernitana. Di Carlo è solo l’ultimo nome di una lunga lista che comprende Lerda, Gautieri, Mangia, Di Canio, Inzaghi, Boscaglia, Torrente e chi più ne ha più ne metta.

Accade tutto e il contrario di tutto in queste ore a Salerno. La sensazione è che mentre Lotito è alle prese con numerose scadenze ed impegni ci sia, in questa fase, una vera e propria guerra di posizioni e decisioni dirigenziali sull’asse Roma – Salerno. Da un lato Igli Tare il re Mida del pallone laziale che compra uno e rivende a 100, il braccio operativo di Claudio Lotito che ha risanato i conti del club pescando sempre ottimi calciatori e proiettando il club capitolino nel gotha del panorama nazionale ed internazionale. Tare ha avuto ed ha un ruolo importante anche nella gestione del club granata. Lotito si fida ciecamente dell’ex calciatore di origini albanesi e spesso i suoi consigli si sono rivelati giusti. L’ingaggio di Menichini, ad esempio dopo il terremoto Somma, è stata una sua idea. Una scelta, l’ennesima, che si è rivelata vincente. Stesso discorso per Pioli alla Lazio. Insomma Tare sa quello che fa ed i risultati gli danno quasi sempre ragione. In questo rapporto privilegiato Lotito – Tare si inserisce Fabiani che reclama una maggiore autonomia decisionale. 

Una maggiore intraprendenza nella gestione del club granata evitando di passare sempre e comunque dalla casa madre senza con questo mancare di rispetto alla proprietà. L’attacco frontale a Menichini a mezzo stampa, le piccate dichiarazioni di Tuia e di qualche altro calciatore granata contro l’allenatore rappresentano più di un segnale alla proprietà ed a Tare. Quasi a dire: a Salerno possiamo fare anche da soli. Ecco perché il caso Menichini non è solo una questione tecnica.Fabiani, inoltre, non ha mai nascosto ambizioni e velleità. Spesso il dg ha sfruttato la sponda Parma per mettersi in luce agli occhi di Lotito e provando ad oscurare l’astro Tare. Insomma la scelta è legata non solo alla panchina granata ma ad un modello di gestione. Lotito e Mezzaroma, questione allenatore a parte continueranno a mantenere il timone delle operazioni sull’asse Roma – Salerno oppure alleneranno questo cordone ombelicale che se da un lato ha dato finora ottimi risultati dall’altro ha frenato le ambizioni della dirigenza granata? E’ questo il punto, Menichini è semplicemente un pezzo del puzzle che si comporrà nelle prossime ore.

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