Così Roberto Saviano replica al presidente della Regione Campania, che lo aveva criticato in un’intervista a Panorama: “Io credo che Saviano – aveva detto De Luca – abbia grandi meriti ma anche un grande limite: sta innamorandosi del suo personaggio e della sua immagine.
In qualche momento sembra che abbia bisogno di inventarsela, la camorra, anche dove non c’è, altrimenti rimane disoccupato”.
“Non voglio soffermarmi a spiegare a De Luca cosa significa vivere sotto scorta”, scrive oggi l’autore di Gomorra sul suo blog. “Mi limito a ricordargli che la camorra sta attanagliando la Campania, che Mafia Capitale ha scoperchiato un sistema che altrove avrebbe già fatto saltare l’intera classe dirigente del paese, che ci sono interi quartieri di Napoli che fanno da sfondo a racconti tratti dalle pagine delle inchieste in cui sono riportate le conversazioni raccolte con le intercettazioni telefoniche, non certo uscite dalla penna di un cinico scrittore di noir”.
“Anche le minacce di morte che ho ricevuto – dice ancora Saviano – sono scritte nero su bianco nella sentenza che ha condannato per mafia l’avvocato Michele Santonastaso e assolto i due boss di cui era difensore. Come è emerso dalla sentenza, contro me e altri fu lanciata una vera e propria chiamata alle armi. E poi mi spiace leggere nell’intervista a De Luca che un Governatore invoca un ‘atto di rottura’ per legittimare una breccia che lo salverebbe dall’applicazione della legge Severino. Un vero atto di rottura sarebbe stato lasciare fuori dalle liste i pregiudicati e pretendere dal Governo di riportare la criminalità organizzata ai primi posti dell’agenda nazionale”.