Anzi a guardare nel dettaglio le detrazioni stabilite altrove, le differenze appaiono addirittura macroscopiche. Eppure il meccanismo delle detrazioni è reso possibile dalla norma che indica specificamente una tariffa base pari al 2,5, elevabile fino al 3,3 dai Comuni, nel qual caso l’incasso dovuto allo 0,8 in più, deve essere utilizzato proprio per sostenere il meccanismo di detrazioni, necessarie a recuperare una parte della progressività che era garantita nell’IMU.
Per questo alcuni Comuni arrivano a stabilire 25 fasce di riferimento. È evidente che applicare solo due fasce di detrazione, 200,00 euro per le rendite catastali fino a 350,00 euro e 100,00 euro per quelle tra 350,00 e 750,00, risulta assolutamente insufficiente dal punto di vista della progressività dell’imposta. E non è assolutamente vero, come afferma il Comune, che: “La gran parte delle abitazioni principali con rendite superiori, per il meccanismo di calcolo della TASI, hanno registrato un importo inferiore rispetto all’IMU 2012”.
A Salerno accade l’esatto contrario: ad essere penalizzati sono soprattutto i proprietari di abitazioni, spesso addirittura di edilizia pubblica, che si ritrovano ad avere una rendita catastale anche di poco superiore ai 750,00 euro. Noi siamo convinti che rivedere il meccanismo delle detrazioni, aumentando e modificando le relative fasce, introducendo ulteriori detrazioni per i nuclei familiari con portatori di handicap, sia assolutamente necessario soprattutto per le case di valore più basso, per evitare, innanzitutto alle fasce di popolazione con maggiori difficoltà economiche, l’aggravio causato da una Tasi non equilibrata.
Lo scrive in una nota Franco Mari di Sinistra Ecologia Libertà Salerno