Nell’ambito della stessa operazione sono in corso di esecuzione:
– 2 misure interdittive di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per la durata di 12 mesi nei confronti di altri 2 funzionari pubblici, indagati per i medesimi reati;
– un decreto di sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili e immobili, conti e depositi bancari, riconducibili ai destinatari dei citati provvedimenti e ad altre 6 persone, per un valore complessivo di circa 37 milioni di euro.
I provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore e dallo locale Sezione di Polizia Giudiziaria, che ha consentito di accertare le responsabilità di decine di indagati (tra cui imprenditori, professionisti e funzionari pubblici), per la costituzione di numerose aziende e rapporti di lavori fittizi al fine di conseguire indebite erogazioni previdenziali e assistenziali dall’INPS, con ingente danno erariale.
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Si tratta di un nuovo filone investigativo della maxi inchiesta denominata “MASTROLINDO”, che finora ha portato all’esecuzione di 36 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e professionisti nonchè al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 100 milioni di euro. L’attività investigativa, svolta con il supporto di attività tecniche, ha consentito di accertare le responsabilità di 44 indagati (tra cui imprenditori professionisti e funzionari Inps e della Direzione Territoriale del Lavoro di Salerno), in ordine alla costituzione di 18 aziende inesistenti ubicate nell’Agro Nocerino Sarnese ed operanti nel settore terziario (ditte di pulizie) e oltre 6.800 rapporti di lavori “fittizi” al fine di conseguire indebite erogazioni previdenziali e assistenziali dall’Inps (tra cui indennità di disoccupazione, maternità e malattia). Il danno erariale si aggira intorno ai 37 milioni di euro.
Questo nuovo filone investigativo ha permesso di documentare anche la complicità dei menzionati funzionari pubblici, i quali hanno avuto un ruolo determinante nella commissione delle attività illecite, favorendo la trattazione delle pratiche in argomento e omettendo i controlli di competenza. Inoltre per il funzionario INPS colpito da provvedimento restrittivo, è stato possibile anche riasalire al “compenso” percepito in cambio delle condotte illecite: 500 euro per ogni pratica di maternità e 150 euro per ogni pratica di disoccupazione.