“Io sono tra color che son sospesi”. Con i versi del secondo Canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha risposto ai giornalisti che chiedevano come stesse vivendo l’attesa della decisione dei giudici del tribunale civile rispetto al ricorso contro la sospensione. Il sindaco, ribadendo la sua “serenità”, ha auspicato che “prima o poi una serie di giudici mettano fine a un’ingiustizia nei miei confronti che – ha aggiunto – va avanti da anni”. A quanti chiedevano se sia opportuno che il Governo e il Parlamento lavorino per modificare la Legge Severino, l’ex pm ha risposto “non spetta a me cambiare la Severino, ma se lo ritengono lo facessero. Io – ha proseguito – so che c’è la Corte Costituzionale che deve decidere e che ci sono profili di evidente illegittimità costituzionale”. Il sindaco ha ribadito che porta avanti “la sua lotta personale” e che la sua storia è “diversa da altre a cui è accomunata. Io – ha concluso – ho sempre lavorato con onestà e correttezza e continuo a restare all’interno delle istituzioni affinché le persone perbene prevalgano”.