Terra dei Fuochi: De Luca, “In 3 anni ecoballe via dalla Campania”

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Incendio_rifiuti_rogo_terra_dei_fuochiPresso l’Istituto Zooprofilattico di Portici (Napoli) il neo Presidente della Regione Campania,Vincenzo De Luca nel corso di una conferenza stampa dedicata alle problematiche della Terra dei Fuochi, ha illustrato il programma di lavoro già attivato per lo smaltimento delle ecoballe e per il monitoraggio del suolo e dell’acqua dell’intera regione Campania (oltre agli 88 Comuni indicati nella lista della Terra dei Fuochi). L’impegno prioritario è riuscire a dare certezze ai cittadini della nostra regione, certificando la salubrità delle produzioni campane.

Nel corso della conferenza, nella quale hanno partecipato tra gli altri anche il commissario dell’Istituto Zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, ed il professore Benedetto De Vivo dell’Università “Federico II” di Napoli, è emerso che per “lo smaltimento delle ecoballe dal territorio campano ‘non ci sarà nessun inceneritore ma si pensa ad una soluzione che tenga conto delle risorse disponibili e dei tempi di soluzione dei problemi che devono essere accelerati e della sostenibilità sociale degli interventi”.

“L’Obiettivo è quello di fare della Campania una delle regioni più controllate”ha detto De Luca -. “Credo che nel giro di 10 – 15 giorni saremo in grado di offrirvi una ipotesi di soluzione tecnica definitiva per il problema delle ecoballe. Rimane l’obiettivo di eliminare in 2 o 3 anni tutte le ecoballe dal territorio della Regione Campania e già stiamo lavorando a questo”.

C’è poi un obiettivo intermedio e consiste nel dare certezze alle popolazioni che vivono nella Terra dei Fuochi dal punto di vista sanitario. “Oggi lanciamo questo progetto di monitoraggio generale dei terreni, dell’aria e dell’acqua nella Terra dei Fuochi e poi lo estenderemo a tutto il territorio della Regione Campania ha spiegato De Luca -. Riattiveremo il registro dei tumori per aver un monitoraggio attento della evoluzione epidemiologica e della patologia. Per settembre credo che saremo in grado di dare certezze alle popolazioni che vivono in quelle terre”.

A partire da questo “dovremo far crescere il sistema industriale campano specializzato sui temi dell’ambiente, sui temi del recupero energetico e dello smaltimento dei rifiuti urbani. Vorremmo trasformare una grande emergenza ambientale in una grande occasione per un rilancio industriale qualificato della Regione Campania: sarà il primo atto così come ci siamo impegnati a fare. Il tema è maledettamente complicato e noi abbiamo perso nemmeno un minuto di tempo”.

7 Commenti

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  • Inceneritori no, ma dunque qual’è l’alternativa allo smaltimento delle ecoballe in Campania?Dall’articolo non si evince nessuna proposta tecnica alternativa a meno che non si voglia riprendere il costoso fenomeno dell’emigrazione altrove,cosa già vista in passato ma non sostenibile economicamente dalle stremate caase della regione Campania.Altrove si può, in Italia no. Stiamo parlando delle possibilità che la tecnologia può offrire per lo smaltimento dei rifiuti e la bonifica delle aree contaminate: all’estero già si viaggia nello scenario della green economy, in Italia si segna il passo. Nel Nord Ovest dell’Inghilterra, ad esempio, un moderno impianto di gassificazione di rifiuti urbani e industriali, altrimenti destinati alle discariche, è in grado di fornire energia a 50.000 abitazioni. In Sud Africa, da oltre dieci anni, dallo smaltimento dei residui vengono prodotti ogni giorno migliaia di barili di carburante verde.
    Cosa unisce questi due impianti? La tecnologia della “torcia al plasma”, sperimentata per la Nasa già negli anni ‘60 dal professor Louis J. Circeo, direttore del Dipartimento Plasma Research della Georgia Tech University di Atlanta, sviluppata per usi civili e industriali dalla Westinghouse Plasma Corporation.
    Oggi questa tecnologia è adottata in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone all’India, e potrebbe essere una soluzione per lo smaltimento delle ecoballe, avviando la chiusura dei siti di stoccaggio, che in oltre dodici anni, hanno profondamente contaminato quello che un tempo era il cuore della Campania Felix, distruggendo le produzioni locali e mettendo in ginocchio l’agricoltura del giuglianese e dell’agro aversano.
    Torna dunque in ballo la scelta di una tecnologia “pulita” per dare una prima concreta risposta alla Terra dei fuochi.
    “Grazie alla collaborazione di importanti realtà quali il CNR – spiega Luciano Bardari, amministratore di Italplasma – la nostra società sviluppa e realizza soluzioni applicative della torcia al plasma. Questa tecnologia, già adottata in molti Paesi, al confronto con gli inceneritori tradizionali è a bassissimo impatto ambientale e consente la produzione di energia sotto forma di elettricità, vapore e bio carburante”.
    Nel caso delle ecoballe, in particolare, la torcia al plasma consentirebbe di bonificare completamente le aree contaminate.
    Inoltre, attraverso la gassificazione della parte inorganica, questa tecnologia produrrebbe una sorta di ossidiana, utilizzabile in edilizia come mattoni ad altissima resistenza o inerti per pavimentazioni stradali e conglomerati cementizi.
    Bisogna prendere atto, da parte delle autorità regionali competenti, che la tecnologia della torcia al plasma si avvale della costante ricerca e sperimentazione da parte del Cnr, in particolare gli studi del Centro di Biochimica di Sassari sulla minimizzazione dell’impatto ambientale e sulla salute dei cittadini”.
    All’estero, soprattutto nei Paesi che operano già in uno scenario avanzato di green economy e di sviluppo sostenibile, questi confronti sono stati già avviati da tempo, come dimostrano la realizzazione di grandi impianti basati su questa tecnologia, quale risposta decisiva al problema delle discariche, della bonifica delle aree contaminate e dello smaltimento rifiuti, fonte di approvvigionamento energetico, nel massimo rispetto dell’ambiente.
    Perché in Italia, e in particolare in Campania, questa tecnologia non è stata mai presa in considerazione?

  • MA SI PO’ VICIENZ VERAMENTE LE TOGLIE IN 2/3 ANNI SIGNIFICA CHE E’ UNO BUONO ?

    O SIGNIFICA CHE QUELLI CHE C’ERANO PRIMA I CITTADINI NON LI CACAVANO PROPRIO ?

    FATEMI SAPERE …….

  • Peerchè :
    1.- Chi costruisce l’impianto? Già qui c’i può essere una battaglia politica (come avvenne con il Termovalorizzatore di Salerno qualche anno fa, quando prima DE LUCA (nominato da PRODI Commissario) poi CIRIELLI, Presidente della Provincia (che affermava che in tre anni avrebbe realizzato l’impianto a FUORNI di fronte al Cementificio e non più realizzato perchè DE LUCA si oppose) con il risultato di : NULLA!!!);
    2.- Quanti anni ci vogliono per la scelta del progetto, l’approvazione, le sospensioni dei lavori a causa dei ricorsi alla magistratura di VERDI, di associazioni quali italia Nostra,ecc.?
    3.- Dove realizzare tale impianto: ci sarà, all’atto di scegliere un sito dove costruire tali impianto una battaglia politica delle cittadinanze locali che diranno “non nel mio territorio”…
    Quindi, anche la più sicura delle tecnologie che consentirebbe lo smaltimento delle ecoballe con impatto pressochè minimo, andrebbe incontro a comitati del NO a prescindere. Questo perchè ci si trova in CAMPANIA e anche se ormai il territorio è già stato dilaniato da sversatoi illòegali di sostanze tossiche sparsi quà e là, non ci si convince che la costruzione di uno o più impianti che utilizzano la tecnologia con la torcia al plasma (illustrata sopra dal Sig. Umberto Ferrara), oltre a risolvere in maniera chiara e definitiva il problema delle ecoballe di GIUGLIANO, può tornare utile anche nello smaltimento ordinario dei rifiuti industriali e speciali (quali quelli di natura sanitaria degli ospedali), in quanto, la torcia al plasma brucia i rifiuti a 10.000 ° C ed oltre.
    Ci vuole tanto a capirlo???

  • … risolvere il problema delle ecoballe ma non potrà mai risolvere il problema del sudiciume che vige nel territorio Campano.

    Oltre alle ecoballe bisognerebbe bruciare il cittadino campano e il relativo pessimo concetto che ha del suolo pubblico a partire dal basso popolino (“Miettl loco, tanto po’ su venene a piglià”).

    La Terra dei Fuochi è un opera d’arte appartenente alla fantasia del popolo campano e la malavita organizzata non c’entra niente (come invece ci vuole fare credere qualche sagace scrittore).
    Risultato: Tolte le ecoballe se ne formeranno altre.

  • io penso che la soluzione meno costosa sarebbe quella di usare i Cementifici campani perché sono i più sicuri dal punto di vista ambientale.pensateci

  • ma perchè non si pensa seriamente in alternativa all’inceneritore (dannosissimo alla salute e all’ambiente)alla torcia al plasma? Molto , ma molto meno dispendiosa nei costi e nei tempi di realizzazione, con inquinamento 0 e utillizz0 del gas che produce.

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