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La Salernitana di Torrente tra prospettive ed ambizioni

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Come natura vuole, il Torrente finisce nel mare. In mare amico, quello della Divina, quello del litorale salernitano. Lui che è figlio di una terra tutta roccia e salsedine, è abituato a lottare controvento, contro ogni avversità. Anche quelle che potrebbero arrivare subito, per i puntuali paralleli che le tifoserie di ogni latitudine normalmente fanno tra chi esce e chi subentra. In un fantastico viaggio coast-to-coast, il passato e il presente/futuro granata sono agli antipodi: si va dalla Costiera Amalfitana al Cilento, lì dove ha consumato le sue vacanze “brechtiane” Menichini, sdraiato al sole ma in attesa di telefonate dalla sede. Alla fine, l’uomo degli 80 punti è rimasto forzatamente in vacanza, al suo posto ci sarà Vincenzo Torrente.

Se il fratello fa miracoli in cucina, Vincenzo dovrà farne altrettanti in panchina, anche se nemmeno il più stellato degli chef riuscirebbe mai a friggere il pesce con l’acqua. Per cui, la parola passa al Direttore Fabiani, colui che ha fortemente voluto il cambio tecnico, colui che nei prossimi giorni dovrà riempire la dispensa di ingredienti di prima qualità, a cominciare da un reparto avanzato orfano già dalla scorsa stagione di una prima punta di peso. Si diceva degli ingredienti di prima qualità, ebbene è proprio la qualità uno dei punti di partenza di mister Torrente.

Prima ancora che il modulo di gioco da adottare, per il tecnico è fondamentale poter contare su uomini di una certa cifra tecnica nei punti nevralgici del campo. Anche giovani, con i quali ha sempre lavorato molto volentieri, a patto che abbiano piedi già maturi. Per quanto riguarda il sistema di gioco, sappiamo che è un alfiere del 4-3-3 pur non essendo un integralista, tanto che a Gubbio – dove riuscì mirabilmente a sposare il bel gioco ai risultati – con quel 4-3-3 duttile come il ferro sul fuoco, capace di trasformarsi in 3-5-2 o 5-3-2 spiccò il doppio salto dalla C-2 alla B. E dalla B si riparte, sulla panca della squadra del cuore, con la voglia di stupire ancora. Magari di provare anche a vincere, tanto per prendersi gioco anche dei proverbi, come quello che recita “nemo propheta in Patria”.

 

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