E la cosa bella è che gli inquirenti sono arrivati a questo giro di partite truccate, partendo da una denuncia dello stesso Pulvirenti che a marzo scorso, dopo la sconfitta con l’Entella (Catania terz’ultimo e a rischio retrocessione) aveva dichiarato in Procura che i tifosi lo minacciavano. Nei mesi seguenti gli inquirenti hanno potuto portare alla luce un meccanismo perfetto: partite comprate, giocatori corrotti (con compensi di 10 o 20 mila euro a testa) e 7 provvedimenti cautelari emessi (4 riguardano il Catania). Cinque le partite truccate, una sesta (Catania-Avellino) richiederà ulteriori approfondimenti.
Va sottolineato che per le indagini sono state fondamentali le intercettazioni. E qui è necessario aprire una parentesi: Catania le ha potute utilizzare grazie alla nuova legge sulla frode sportiva approvata in via definitiva lo scorso ottobre. Prevede condanne fino a 9 anni e dà agli inquirenti strumenti investigativi completi. Tanto per intenderci: un anno fa una inchiesta così non avrebbe mai visto la luce. È stato decisivo il lavoro svolto dalla Procura di Cremona e gli allarmi lanciati sulla esiguità delle pene previste dal codice fino all’ottobre 2014. Nelle conversazioni tra i protagonisti di questa vicenda scabrosa i treni erano un codice cifrato per indicare i giocatori da corrompere, mentre gli orari di arrivo erano i numeri di maglia per identificarli.
Abodi è sconcertato, il presidente del Coni Malagò chiede pene esemplari. Fatto sta che dopo il fallimento del Parma, il Catania potrebbe rischiare l’estromissione del campionato. Ma la Lega, anziché anticipare i tempi della riforma, così come auspicato da più parti, sembra intenzionata a procedere coi ripescaggi (Brescia in pole, sperano anche le deluse dei play off di Lega Pro, col Bassano in testa).