L’ex Gubbio vorrebbe presentarsi subito per quel che è: un duro della panca, ma gli occhi brillano di tenera gioia per il blasone della piazza e l’importanza del progetto. Allenare la Salernitana è un piacere che non può essere nascosto. Mezzaroma gli è accanto, a dimostrargli fin dalle prime battute la vicinanza della dirigenza che – come il calcio insegna – può essere minata solo da malaugurati risultati negativi. Non buca il video Torrente, non usa le parole per infiammare la piazza. Misura tutto, pondera gesti ed emozioni. E’ pacato e riflessivo nelle risposte, forse fin troppo quando fissa nella salvezza tranquilla l’obiettivo per una piazza che ha fame di vittorie e spinge per tornare nell’olimpo del calcio.
Non si sbilancia il mister vola basso, sa che a Salerno e per Salerno servono i fatti più che le parole, i risultati prima degli annunci. Si limita a parlare del modulo, il 4-3-3 è il suo credo ma non è un integralista della tattica e si dice anche pronto a cambiare in presenza di interpreti non adeguati. Ha avuto maestri importanti, ne cita uno Delio Rossi sapendo di far breccia nel cuore degli scettici a prescindere. Non si sbilancia su acquisti e conferme si limita solo a fare una richiesta che poi è un auspicio: in ritiro vorrei avere almeno l’80% della squadra che affronterà il campionato di B. Le prime parole in sede di conferenza stampa sono bigliettini da visita: ci sarà da lavorare, e tanto. E con il sacrificio, nessun traguardo sarà precluso. Insomma, la Salernitana ci mette la faccia, ed è quella pulita, seria e professionale di Vincenzo Torrente uno che aspettava l’occasione giusta per dimostrare a tutto il mondo di essere un vincente. Che sia la volta buona?
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