La Borsa e Archeo (la prima testata archeologica italiana che nel 2015 celebra l’anniversario dei 30 anni) hanno voluto dare il giusto tributo alle scoperte archeologiche attraverso un Premio annuale assegnato insieme alle testate internazionali media partner della BMTA: Antike Welt (Germania), Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).
Inoltre, sarà attribuito uno “Special Award” alla scoperta archeologica, tra le prime cinque classificate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico attraverso la pagina Facebook della Borsa (www.facebook.com/borsamediterraneaturismoarcheologico) nel periodo 1 luglio – 30 settembre.
Le prime cinque scoperte archeologiche del 2014, in base alle indicazioni dei direttori delle testate, sono risultate:
- Tomba di Amphipolis – Verghina, Macedonia (Grecia)
- Impronte umane più antiche d’Europa – Happisburgh (Inghilterra)
- Tomba di Khentakawess III – Abu Sir (Egitto)
- Tomba con carro di un Principe dei Galli – Warcq (Francia)
- Tesoro di Orselina – Canton Ticino (Svizzera)
L’archeologa greca Katerina Peristeri, responsabile degli scavi ad Amphipolis, riceverà l’“International Archaeological Discovery Award” a Paestum venerdì 30 ottobrenell’ambito della conferenza che celebra l’anniversario dei 30 anni di Archeo.
È la prima volta al mondo che si pensa ad un riconoscimento dedicato agli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio. La Borsa e Archeo hanno condiviso questo cammino in comune, consapevoli che “le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori”. Il Premio, dunque, si caratterizza per divulgare uno scambio di esperienze, rappresentato dalle scoperte internazionali, anche come buona prassi di dialogo interculturale.
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