“Le dimissioni? Se c’è la convinzione che qualcosa non quadra è meglio farsi da parte. In me non c’è nessuna delusione, ho tante società che fanno parte di questo campionato, molto virtuose e amiche. Non ho problemi di numeri, i problemi nascono quando si prendono ordini a pagamento”, spiega Mario Macalli, motivando così la sua decisione. “Il discorso è che forse questo è un mondo cambiato, chi governa deve sempre lasciare spazio ad altri che non governano. Oggi ho letto cose che sono allucinanti…”, prosegue, riferendosi al no della Figc ad accettare una fideiussione unica a garanzia delle 60 società di Lega Pro anzichè una fideiussione per società.
“E’ il no di personaggi squallidi, ma non pensino di non rendere conto di questo – conclude -. Lo faranno nelle sedi giuste. Noi non facciamo finanza creativa, non ci sono garanzie più idonee e regolari di quelle che abbiamo offerto e infatti verranno approvate”. Intanto martedì il consiglio federale della Figc dovrà nominare un commissario che porterà la Lega Pro a nuove elezioni, anche se Macalli esclude la possibilità di ricandidarsi: “Non siamo mica matti. Ho fatto per tanti anni il mio lavoro all’interno dell’istituzione, quasi ad esaurimento fisico. Non sono mai andato a chinare la testa di fronte a nessuno. Se ho chiuso con il calcio? Sì. Volevo farlo prima e ho dei rimorsi. Ma quando si ha un impegno bisogna portarlo avanti”.
” Nella vita abbiamo delle priorità, in questo momento le mie non hanno nulla a che vedere con il calcio. Devo dare il valore alle cose cui sono più affezionato. Specialmente con questo calcio in Italia”. Il vice presidente della Figc era stato inibito dalla Federcalcio fino al 31 agosto per il caso legato ai marchi del Pergocrema, sentenza confermata anche dal Collegio di garanzia del Coni. “La sentenza la rispetto anche se non mi trovo d’accordo e ricordo che la Cassazione per quella vicenda mi ha assolto”, ha concluso Macalli.
LaRepubblica