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Schettino a Salerno non fa l’inchino: “Nessuna domanda sulle carte processuali”

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“Ci terrei che venisse incentivata la sicurezza in mare, affinché queste cose non si verifichino mai più ecco perchè i proventi del libro saranno destinati a a borse di studio per ufficiali che si diplomeranno con voti alti per evitare queste tragedie”. A dirlo Francesco Schettino a Salerno nel corso della presentazione del libro “Le verità sommerse” (ed. Graus) sul naufragio della “Concordia”. Non sono mancati i momenti di tensione e contestazione quando Schettino ha spiegato che “non avrebbe risposto a domande inerenti le carte processuali, ma solo su argomenti inerenti il libro”.

“Tra qualche giorno – ha detto Schettino – vi sarà il deposito della sentenza e quindi, su suggerimento del mio avvocato, preferisco attenermi alle carte nautiche, piuttosto che a quelle processuali”. “Ho scelto di comportarmi come ho fatto – ha affermato Schettino – perché non potevamo certo fare la conta, quella notte, di oltre cinquemila passeggeri. In ogni caso ho fatto scendere dalla Concordia oltre 4800 persone. Se non avessi fatto quello che ho fatto, staremmo ancora a fare la conta della gente. Sono ancora oggi – aggiunge – spinto e motivato solo da una cosa, nonostante siano trascorsi tre anni: onorare le vittime e far capire cos’è realmente successo”.

Alla fine Schettino, dopo le tensioni in sala, ha deciso – su indicazione dei relatori tra cui l’Avvocato Michele Tedesco – di accettare di rispondere a domande anche sul processo e sull’inchiesta giudiziaria. In un primo mento infatti al rifiuto del Comandante di affrontare argomenti legati alle sue vicende giudiziarie, i relatori avevano minacciato di abbandonare la presentazione del libro.

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