Per le tre sigle, «è inaccettabile che la crescita e lo sviluppo si finanzino esclusivamente sui salari degli oltre 6mila co-workers italiani che hanno contribuito a rendere Ikea uno dei leader mondiali dei mobili e accessori low cost; lavoratori per la stragrande maggioranza con contratto di lavoro part time disposti a sacrificare la vita familiare e sociale per l’affermazione della leadership del colosso della grande distribuzione e ai quali oggi si chiede di rinunciare al sacrosanto diritto a una paga dignitosa».
Anche a Baronissi i dipendenti incroceranno le braccia. Durante l’astensione i lavoratori comporranno un presidio pacifico che si terrà dalle ore 08,00 alle ore 17,00 presso il parcheggio del Punto Vendita per manifestare la forte preoccupazione per le proprie condizioni di lavoro. “L’azienda insiste con pervicacia a voler mettere mano alle buste paga dei lavoratori, riducendo sensibilmente la percentuale di maggiorazione per il lavoro domenicale e festivo, affermando addirittura di essere ispirati a criteri di equità, valore che fatichiamo davvero a scorgere, se perseguito con tagli lineari a danno soprattutto dei lavoratori più fragili” afferma la Segreteria Provinciale della Filcams CGIL Salerno.
Ikea sembra non accontentarsi più dei profitti da favola garantiti dalla propria formula di holding, franchising e fondazioni varie, ma vuole che a finanziare il proprio sviluppo siano i sacrifici dei suoi stessi dipendenti. Intanto però le lavoratrici e i lavoratori, non più convinti che IKEA sia il migliore dei mondi possibili, scendono nuovamente in sciopero in difesa del proprio contratto integrativo, dei propri diritti e della propria dignità.
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