Per il debutto, domenica 19 luglio, due formazioni espressioni del territorio. Ad aprire, alle ore 20.30, il Puccio Chiariello Trio. Il bluesman cilentano presenterà al Baronissi Blues Festival un tributo ad Eric Clapton, viaggiando tra le note di Slowhand dagli albori ai nostri giorni, con riferimenti a Robert Johnson, bluesman indiscusso ed ispiratore dello stesso Clapton. A seguire L.A. Freak Band, ovvero il riassunto di 5 personalità creative ognuna per la sua parte. È da qui che nasce il nome caratteristico: dalle iniziali della vocalist Linda Andresano e il concetto di “Freak”. Il Freak inteso come “frizzante”, “frivolo”, “esagerato”, “colorato”, “cool” tutto espresso attraverso le note del Funk, del Soul, del Cool Jazz e del Blues di tre front women e 2 mad guys. Linda Andresano Freak Band è rappresentata da Daniela Somma al piano, Federica Ferro al violino acustico ed elettrico, dalla sezione ritmica al maschile Marco Napoletano Batteria e Enzo Autuori al basso nostro special guest.
Lunedì 20 luglio, on stage Blues Experience, un progetto che nasce da musicisti salernitani con esperienze pregresse sempre nell’universo emozionale blues. La passione e la ricerca di un’identità musicale roots, di un sound blues rielaborato, che propone brani classici e al contempo storici della black-music americana, oltre ad un ricco repertorio di brani inediti. Voce e chitarra elettrica è Max D’Alessandro, singer e chitarrista che vanta già una buona esperienza con partecipazioni in festival importanti dedicati al genere. Insieme a lui sul palco, Massimo De Luca con esperienze musicali di prim’ordine nel panorama blues salernitano, Bruno Brindisi, altro veterano del Funky, con il suo modo estroverso e particolare di approcciare al piano. Poi al basso il granitico Roberto Tastardi, grande grooveman ed alla batteria il Maestro Michele Saracino che da anni milita nella Delta Blues Band di Salerno.
Per i grandi tributi del BBF, non poteva mancare la celebrazione del genio di Jim Morrison, a cura della tribute band Remembering The Doors. Formazione rock-blues nata nella primavera del 2011 da un’idea di Massimo Pippa (batterista) e Sergio Pisco (tastierista), amici di vecchia data, entrambi appassionati di musica rock-blues. Nel loro spettacolo dal vivo riaffiorano le ansie, gli stati d’animo e soprattutto le sensazioni della fine degli anni sessanta, improntate alla ricerca della purezza del’uomo e della sua vera natura.
Grande attesa, invece, per il grande evento internazionale di martedì 21 luglio, quando a calcare l’arena dell’anfiteatro comunale saranno Sue Foley & Peter Karp.
Nata in una famiglia operaia canadase, Sue Foley è cresciuta ascoltando suo padre suonare e cantare canzoni popolari irlandesi. A 15 anni, dopo aver visto un concerto di James Cotton, decide che la sua vita doveva essere la chitarra blues. A 21 anni trasferitasi ad Austin in Texas, realizza il suo primo CD “Young Girl Blues” con la leggendaria etichetta Antone’s Records. Condivide il palco con artisti del calibro di BB King, Buddy Guy, Lucinda Williams e Tom Petty. Tra le tante cose, Sue è stata anche un’eccellente studentessa di canto al Cantor Stefano Chaiet del NATS (National Association of Teachers of Singing of America).
Nel 2000 il suo paese d’origine l’ha onorata con il suo primo Juno Award per il miglior album Blues Love Comin’ Down. Dal 1999 ha ricevuto moltissimi riconoscimenti: 17 Maple Blues Awards, 3 Trophées de blues in Francia, una eccellente nomination al prestigioso W.C. Handy Award per la miglior artista femminile contemporanea, ecc.
Cantautore, chitarrista e pianista, Peter Karp è invece un vero maestro in canzoni folk. Attraverso la sua arte cerca di raccontare le sfumature della vita reale attraverso la musica. Con un’educazione proveniente dal sud dell’Alabama e dalle paludi del New Jersey, la musica di Peter rappresenta una interessante contrapposizione del tipo Yankee-Rebel. Ha catturato l’attenzione nazionale con l’aiuto del chitarrista Mick Taylor (Rolling Stone)con il quale ha registrato e portato in tournèe il suo primo CD “The Turning Point”, ma si è ulteriormente affermato nel panorama nazionale sia come compositore che eccellente musicista – chitarrista e pianista – con l’uscita del suo album-debutto alla Blind Pig dal titolo “Shadows and Cracks “.
La critica arriva a compararlo a John Hiatt e John Prine, influenzato dal suo amore per la musica di Freddie King ed Elmore James. Attualmente Peter Karp personifica il suono dell’America amorfa, senza soluzione di continuità con una forte mescolanza di blues e roots music, con un alto senso di intrattenimento.