“L’accordo – spiega – potrebbe certo aprire una fase nuova e contribuire, se attuato e rispettato, a garantire stabilità e sicurezza nella regione, e soprattutto ad aiutare il processo di stabilizzazione del Medio-Oriente, ma anche creare le premesse di una guerra tra Israele e l’Iran, se quest’ultimo, come non è improbabile, visti i precedenti, non rispetti i patti”.
“È una grande scommessa – continua Cirielli – su cui, però, non bisogna abbassare la guardia e su cui soprattutto lavorare giorno dopo giorno, ponendo come centrali le istanze di sicurezza e le preoccupazioni espresse da Israele che teme per la sua incolumità. È stato, infatti, un grave errore non far sedere al tavolo Israele, costringendo l’Iran a riconoscere l’esistenza del problema della sicurezza di Israele e la sua stessa sovranità”.
“Inizia una fase nuova – conclude – a cui sarà necessario guardare con attenzione e prudenza, con la speranza che il popolo persiano sappia riconquistare la propria libertà e una via democratica grazie ai benefici economici che l’accordo schiude. Benefici che andranno anche a vantaggio dell’Italia, ma che non possono assolutamente farci dimenticare le politiche estere inaccettabili e aggressive che finora hanno caratterizzato l’Iran degli ayatollah”.