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Manca l’acqua, scoppia protesta nel carcere di Avellino

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Un sovrintendente della polizia penitenziaria è finito in ospedale per aver inalato i fumi sprigionati da stracci e bombolette incendiate durante una violenta protesta scoppiata la scorsa notte nel carcere di Avellino a causa della mancanza d’acqua.

A darne notizia sono le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria Sappe e Uil Penitenziari. I detenuti, a quanto si apprende hanno incendiato lenzuola ed effetti personali, facendo anche scoppiare qualche bomboletta di gas.

La protesta è avvenuta, riferisce Donato Capece del Sappe, in tre-quattro celle del reparto alta sicurezza e l’ordine è stato riportato grazie al tempestivo intervento del personale al quale, Eugenio Sarno, segretario della Uil Penitenziari, esprime un plauso “per aver gestito con professionalità ed intelligenza, e senza ricorrere alla forza, una situazione che poteva degenerare”.

Le due organizzazioni sindacali sollecitano un immediata soluzione dei disagi causati dalla mancanza d’acqua mentre il Sappe sollecita “l’immediato allontanamento di tutti i detenuti coinvolti nella protesta”.

La rivolta è scoppiata intorno alle 3.00 della notte scorsa ed è stata sedata dal personale in servizio, coordinato dal direttore della Casa circondariale avellinese, Paolo Pastena. L’emergenza idrica, che in questi giorni sta interessando l’Irpinia, ha effetti più gravi nell’approvvigionamento del carcere anche a causa di un problema tecnico delle pompe idriche che da anni non è stato ancora possibile risolvere.

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