La “situazione economica” delle società della serie cadetta evidenzia come il “costo del lavoro” risulta essere aumentato del 6,2% (da 8,1 mln di euro a 8,6 mln di euro medi per club), in considerazione dell’aumento dei ricavi, “l’incidenza del costo del del lavoro” è diminuito dall’85% all’80%. Sul fronte ricavi diminuiscono i “ricavi della gestione caratteristica” ( ricavi da stadio e ricavi da sponsor- 33%, ricavi da diritti tv – 41%) , mentre sono aumentati: del 29% i “ricavi da plusvalenze” derivanti dalla cessione dei calciatori , e del 23% i “ricavi da contributo in conto esercizio”. La situazione finanziaria rileva invece che l’indebitamento totale medio per club è aumentato in un anno del 40% (da 17,5 mln di euro a 24,5 mln di euro).
A seguito di una crisi di liquidità risultano essere aumentati in un anno : del 165% i debiti commerciali (da 2,6 mln di euro a 7 mln di euro), del 14% i debiti finanziari (da 4,9 mln di euro a 5,6 mln di euro), del 15% i debiti tributari (da 3,9 mln di euro a 4,5 mln di euro). Il “patrimonio netto” medio per club ritorna essere pari al valore di due anni precedenti pari ad euro 3,1 milioni di euro, “l’indice di liquidita’” diminuisce dal 20% al 12% , “ l’indice di indebitamento” diminuisce da 10,8 mln di euro a 8,6 mln di euro. Secondo un’inchiesta della Gazzetta dello Sport , nell’ultimo periodo le società di calcio di massima serie sono state “ricapitalizzate” per un valore totale di 2.500 miliardi di euro.
L’ideale classifica della “ricapitalizzazione” risulta essere la seguente: Inter (1.160 mln di euro), Milan (593), Juventus (225), Sampdoria (181), Fiorentina (165), Genoa (64), Palermo (59), Udinese (20), Napoli 16) In tempo di crisi economica“moduli e schemi aziendali”, devono confrontarsi anche con il “monitoraggio” dei “ricavi da botteghino”che in tema di recessione, possono determinare valori inferiori a quelli delle passate stagioni, e “ricavi da sponsorizzazione” che stanno diminuendo a causa della crisi delle aziende sponsor. La gestione delle società di calcio, al pari di ogni altra azienda , deve essere finalizzata a determinare il giusto “equilibrio economico finanziario”, calcolando un corretto “break even point” (BEP), tra i costi e ricavi aziendali.
Tale “equilibrio” economico, prevede che il valore dei costi non deve superare il valore dei ricavi. In tema di azienda calcio, invece tale equilibrio viene sempre “ribaltato”, in quanto il valore di bilancio relativamente alla voce di costo di salari e stipendi calciatori ed allenatori, risulta essere sempre pari all’80-85% del valore dei ricavi aziendali. Break evet point e azionariato popolare , per vincere la sfida al calcio austerity !!!
Antonio Sanges – Dottore Commercialista