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Castellabate: il Sindaco Spinelli chiede un’inchiesta sugli scarichi abusivi

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È una dura presa di posizione quella del sindaco di Castellabate, Costabile Spinelli, dopo le segnalazioni pervenute negli ultimi giorni sulla presenza in mare di diversi materiali, tra cui residui plastici, presumibilmente provenienti dal largo e portati dalle correnti in prossimità delle acque di balneazione di questo Comune. A questo scopo il primo cittadino ha scritto al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania, al Commissario del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, al Comandante  dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Agropoli e dell’Ufficio Locale Marittimo di San Marco di Castellabate e all’Arpac.

«Gli impianti di depurazione dell’Ente, dopo aver effettuato ripetute verifiche, risultano perfettamente funzionanti, tali da garantire la massima efficienza nel trattamento delle acque – spiega il sindaco Spinelli – Non è possibile, pertanto, che il fenomeno segnalato sia da ascriversi ad un’anomalia seppur momentanea dei suddetti impianti, proprio perché siamo in presenza di materiali solidi, che non possono essere provenienti dagli impianti di depurazione. Trattandosi di un Comune ad alta vocazione turistica, l’episodio appena descritto configura un gravissimo danno di immagine all’Ente ma anche un concreto nocumento all’economia locale.

Ho chiesto, pertanto, a tutte le autorità competenti di attivarsi secondo le rispettive competenze e di aprire un’inchiesta al fine di verificare la provenienza dei suddetti materiali, anche ripercorrendo a ritroso il corso delle correnti con l’ausilio di mezzi aerei e monitorando sia il comportamento dei diportisti al largo sia la presenza di eventuali scarichi illeciti nei corsi d’acqua più vicini, sia sulla costa a sud e a nord di Castellabate. E’ arrivato il momento che si accertino le responsabilità. Il Comune di Castellabate investe tanto nella qualità delle acque e non può continuare a subire tali aggressioni da parte di ignoti che danneggiano il buon nome di un’intera comunità».

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