Infatti, basti pensare che in altre Società controllate dallo stesso Comune di Salerno, senza violare alcuna legge in vigore, sono stati riconosciuti gli aumenti contrattuali lasciando, oltretutto, inalterata la contrattazione di secondo livello. E’, pertanto, del tutto evidente che il fatto di non aver voluto corrispondere gli emolumenti ai lavoratori non è altro che il frutto di una sbagliata scelta aziendale. Del resto, qualora fosse stata applicata rigidamente la spending review, l’azienda non avrebbe potuto assumere un dirigente o fare promozioni, mortificando così numerosi dipendenti che da anni, pur svolgendo mansioni superiori, non si vedono riconosciuti il parametro adeguato.
L’Amministratore Unico, con le sue affermazioni, dà prova inoltre di non conoscere approfonditamente il percorso che ha portato al passaggio dalle Cooperative alla Salerno Mobilità, dove, si informi, non sono mancate rinunce e forti sacrifici da parte dei lavoratori. Rinunce e sacrifici stessi senza i quali, molto probabilmente, non sarebbe nata l’azienda e, conseguentemente, non ci sarebbe stata l’opportunità per essere nominato al vertice della stessa. Un posto, questo si, che parrebbe ben pagato ma difficilmente accessibile ai tanti giovani laureati disoccupati della nostra terra. Chi pensa di poter trattare il personale della Salerno Mobilità come figli di un Dio minore commette, a nostro giudizio, un grave errore. Ad ogni modo, anche alla luce della recente pronuncia della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi, continuiamo ad auspicare in un ripensamento da parte dell’azienda atto a ricomporre la vertenza
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D’Alessio S. Galdi G. Scarano G. Giudice