Un’edizione “veramente bellissima” si è chiusa. “Abbiamo frantumato tutti i record dello scorso anno – ha evidenziato il direttore – grazie soprattutto alla forza e all’entusiasmo del mio team e nonostante la situazione di precarietà che vive costantemente il Festival”. Così, il direttore ha voluto anzitutto analizzare i problemi atavici degli ultimi anni, durante i quali il “team non ha percepito stipendi anche per 14 mensilità. Con la loro pazienza nell’accettare questa situazione sono i primi, veri grandi sostenitori del Giffoni, insieme alle aziende fornitrici che ci sono state vicine accettando molti disagi nei pagamenti e a tutto il Consiglio di Amministrazione dell’Ente, Presidente in testa, che con fideussioni personali regge tutto il Festival”.
Rimarcando come tutto ciò sia inaccettabile, il direttore ha così annunciato le sue prossime intenzioni. “Voglio dare una scossa all’Italia intera. Vedo troppa archeologia culturale nel nostro Paese. È per questo che noi vogliamo cambiare, senza crogiolarci nei successi del passato. Il 2016 rappresenterà per noi uno ‘stargate’, una nuova era, che si inaugura con la Giffoni Multimedia Valley. Vorremmo prendere altri venticinque giovani creativi dai 20 ai 30 anni ma non possiamo farlo se prima non cambiano le cose. Voglio scuotere le coscienze. Vorrei che tornasse in voga lo stile italiano: noi siamo e raccontiamo “la grande bellezza”, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di farlo, senza preoccupazioni nel futuro». Gubitosi comunque assicura: “Noi non ci fermeremo. Né alzeremo bandiera banca. Andremo avanti con tutta la nostra forza. Vogliamo svegliare l’Italia e questa regione mobilitando l’universo Giffoni, social e glocal, e si sa che quando i nostri ragazzi si incazzano sono capaci di qualunque rivoluzione”.
Su tutto, Gubitosi ha ribadito il paradosso burocratico di cui il Festival è vittima: “Il nostro progetto è stato più volte visionato dai commissari europei per il controllo e abbiamo sempre avuto la bandiera verde. Purtroppo stiamo ancora scontando un terribile deficit per gli anni del 2009 e del 2007 quando ci hanno prima fatto spendere risorse e poi non ce le hanno assegnate. In questi anni non abbiamo trasferito a nessuno la nostra paura, men che meno ai ragazzi così pieni di voglia di vivere il loro Giffoni. Ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti, ma siamo stanchi. Discuteremo sicuramente di questo deficit che non è solo un problema nostro ma di tutti. Vogliamo procedure snelle e liquidazioni nei tempi previsti. Questa deve essere la grande sfida della Campania in Europa. Se dovessimo avere le garanzie che ci auguriamo per il Por 2014-2020, allora vi dirò cosa ci aspetta il futuro. Mancano 150 giorni a dicembre e in questi mesi dobbiamo mettere in ordine i finanziamenti vecchi, guardare ai nuovi e puntare sull’ingresso dei privati. Giffoni con questa edizione finisce e parte. Nascerà nel 2016 e vi invito tutti al lieto evento ma dobbiamo arrivarci pronti».
Il direttore si è poi rivolto anche al nuovo governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, affinché anche da palazzo Santa Lucia arrivi un sostegno soprattutto puntando su una “sburocratizzazione dei finanziamenti perché non possiamo aspettare così a lungo. Pur esaltando il ruolo pubblico della Regione, dobbiamo constatare che i finanziamenti ci sono, ma se sono bloccati e arrivano in ritardo, noi non siamo in grado di crescere».
Infine, Gubitosi ha lanciato un avviso ai privati. “Non è possibile – ha sottolineato – che le grandi compagnie energetiche, telefoniche e aeree non siano nostri sponsor, noi che portiamo la luce e l’energia, noi che facciamo parlare i ragazzi, noi che colleghiamo i giovani di tutto il mondo. Inoltre – ha rimarcato – sono tre anni che il Ministero delle Politiche Giovanile non ci finanzia. Chi meglio di noi e più di noi produce progetti per i giovani? Chi meglio di noi racconta questa generazione con le sue sfumature e i suoi cambiamenti? Chi vuole Giffoni, da adesso, se lo deve anche meritare. Vorrei che anche i nostri imprenditori salernitani ci sostenessero. Basterebbe che cento di loro investissero 5mila euro. Un piccolo gesto per darci tutti una mano, senza considerare il rientro di immagine che ognuno di loro avrebbe. Siamo il festival più low cost del paese. Noi costiamo un terzo del Cinema di Roma e un sesto di quello di Venezia con continua destagionalizzazione, esportazione del brand, occupazione e valorizzazione del territorio locale e regionale. Tutti dicono di essere orgogliosi di Giffoni ma adesso è necessario fare uno sforzo insieme e passare dalle parole ai fatti”.
Il direttore si è poi rivolto anche ai giurati: “Non vedo nulla di scandaloso se anche loro, i nostri veri protagonisti, ci finanziassero in un moderno crowdfunding. Non sarebbero più solo giurati ma produttori di Giffoni”.
Infine, ringraziando nuovamente il presidente del Giffoni, Pietro Rinaldi, e il sindaco, Paolo Russomando, Gubitosi ha ricordato la sinergia con il territorio. “Venezia aspetta ancora il Palazzo del Cinema da sessant’anni, mentre noi per la Cittadella ci abbiamo messo venti anni e siamo quasi pronti anche con la Multimedia Valley, simbolo di un sistema di collaborazione che ha funzionato”.
Difficili, tormentati, romantici, appassionati, avventurosi, tristi e malinconici: sono i film che i 3.600 giurati del Giffoni Film Festival hanno deciso di premiare nell’edizione 2015 dal tema Carpe Diem.
Ecco i premi ufficiali Gryphon Award.
Un film sull’importanza dell’amicizia vince nella categoria Elements + 6: è Grotto, lungometraggio italiano interamente girato nelle Grotte di Frasassi, diretto da Micol Pallucca, già produttrice per Mediatrade e fondatrice della Thalia Film ed esordiente dietro la macchina da presa. Il film racconta la storia di tre bambini che costringono un compagno di classe a una prova di coraggio per entrare nel loro gruppo. Ad accompagnare nelle loro peripezie i piccoli protagonisti la colonna sonora originale di Francesco Cerasi e il brano ‘Matrioska’ interpretato dai Two Fingerz con la partecipazione di Lorenzo Fragola.
Al secondo posto “The amazing Wiplala” dell’olandese Tim Ollehoek.
Nella sezione Elements +10 ha vinto il belga “Labyrinthus”di Douglas Boswell, in cui realtà e mondo virtuale si incontrano e si scontrano. Al secondo posto il danese “The shamer’s daughter” di Kenneth Kains
Basato su una storia vera, una lotta spietata di un ragazzo per salvare l’ultimo pezzo di umanità e dignità in una società oppressiva, il lungometraggio vincitore della sezione Generator +13 è il tedesco “Sanctuary” (Germania, 2015). Al secondo posto il norvegese “Beatles” di Peter Flinth.
Gryphon Award Generator +16 all’americano “All the wilderness” di Michael Johnson: il film, che vede nel cast Danny De Vito nei panni di uno psichiatra, racconta la storia di James, interpretato dall’attore Kodi Smit-McPhee, un adolescente inquieto che lotta per far fronte all’assenza del padre e vive in un mondo immaginario. Al secondo posto “Standing Tall” della francese Emmanuelle Bercot.
Vince invece nella sezione Generator +18 “Coin Locker Girl”, opera prima del coreano Han Jun-hee, che si è ispirato al genere della tradizione dei cappa e spada del suo Paese per raccontare la storia di una bambina abbandonata in una stazione della metropolitana. Al secondo posto si piazza “Gabriel” dell’americano Lou Howe.
Per la sezione Gex Doc premiato l’italiano “Forever stars” di Mimmo Verdesca, un excursus con gli enfant prodige del cinema dal neorealismo ad oggi. Secondo posto per il canadese “All the time in the world” di Suzanne Crocker.
Nella sezione cortometraggi, riservata ai bambini con più di tre anni, ha vinto il francese “Captain Fish” di John Banana, il ceco “The wish fish” di Karel Janak si è aggiudicato la sezione +6 mentre al secondo posto si è classificato il tedesco “The present” di Jacob Frey; nella sezione +10 ha vinto l’americano “The red hunter” di Alvaro Ron, secondo classificato l’italiano “Two left feet” di Isabella Salvetti; nella sezione +18 (animazione) premi russi per “About a mother” di Dina Velikovskaya seguito da “My grandfather was a cherry tree” di Olga e Tatiana Polietkova mentre nella +18 (fiction) premi per l’italiano “Point of view” di Matteo Petrelli seguito dal danese “Lukas & The Aspies” di Anders Gustafsson.
Tra i premi speciali, nella sezione +3 l’italiano “The Mods” di Alessandro Portincasa e Antonio Padovan ha vinto il “Giotto super Be’ Be'”, nella +13 il coreano“Thread of lies”di Lee Han porta a casa il riconoscimento dei Cinecircoli giovanili socioculturali, nella +16 il francese “Young Tiger” di Cyprien Vial si aggiudica il Don Bosco Educational Award mentre il British Film Institute Certificate è stato assegnato all’inglese “The falling” di Carol Morley per la sezione Generator +16 e a “Coin locker girl” per i Generator +18 che ha assegnato anche l’Amnesty International Award ai francesi “Beach flags” e “Fatima”. Nella sezione Gex Doc, infine, il canadese “All the time in the world” ha vinto il Grifone di alluminio e il Premio Cial per l’ambiente. La Direzione artistica del Giffoni Experience ha conferito il premio Ospedale Bambino Gesù al film franco belga “Birds of Passage” di Olivier Ringer in concorso nella sezione Elements +10. Il premio, istituito da alcuni anni per volontà dell’ospedale pediatrico romano, è stato assegnato al film “per aver raccontato con sensibilità, verità e delicatezza il mondo dei bambini, i loro sogni e le loro aspirazioni; per aver riacceso nello sguardo degli adulti la fiamma antica e vibrante dell’effervescenza infantile”. Questo pomeriggio, alla cerimonia di premiazione, era presente anche Massimiliano Raponi, direttore sanitario del Bambino Gesù di Roma che ha consegnato la targa al regista.
Sempre grande il Direttore, pieno di soluzioni e mai di scuse, ama il Suo festival ed è giusto così, l’unico neo che ha la memoria corta per chi si è speso e ha donato una vita di sacrifici a questa grandiosa iniziativa ed è stato messo da parte come un malfattore. “Tormento ed estasi”, mi fece titolare così il mio redazionale sullo speciale dei 40 anni che mi affidò di realizzare sul periodico dei Picentini, la sua fu una analisi dolce e spietata per quello che ha significato per me “OLTRE 30 ANNI DI LAVORO E PASSIONE” per un qualcosa di unico ed irripetibile. Comunque lunga vita al festival ed al suo creatore.