Strakosha e le lacrime che ricordano il pianto di Zenga…

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Ritiro_Salernitana_Cascia_4Le lacrime dopo l’espulsione rimediata in occasione dell’amichevole col Foligno, quando è stato costretto ad atterrare in area l’attaccante avversario lanciato a rete da un retropassaggio non perfetto di Lanazaro hanno fatto scattare un campanello d’allarme. Tomas Strakosha ha il carattere necessario per ricoprire il ruolo di numero 1 in una piazza “calda” come quella di Salerno? A molti, probabilmente, avranno riportato alla mente le lacrime di un giovanissimo Walter Zenga, che dopo aver preso 2 gol in pochi minuti al Vestuti nella partita contro il Pisa, cominciò a piangere a dirotto. In campo. Ebbene, dopo quell’esame toppato, Zenga sarebbe diventato il portiere della nazionale. Ma a Salerno non avrebbe rimesso piede.

Strakosha sembra avere le spalle larghe, l’incidente di percorso s’è verificato in un’amichevole e non in una gara ufficiale e le sue lacrime possono essere interpretate non come un crollo emotivo ma come dispiacere per aver lasciato i compagni di squadra in inferiorità numerica proprio all’inizio della partita con gli umbri, come rammarico per non essere riuscito a dare una mano nel primo test vero del ritiro. Probabilmente anche per questo motivo, per ridargli subito fiducia, come si fa ad un bimbo che cade dalla bici, nel secondo tempo Strakosha è stato riabilitato e gli effetti dell’espulsione annullati.

Di quanto accaduto il ragazzo che con la Primavera della Lazio ha vinto anche uno scudetto e che è già nel giro delle nazionali giovanili albanesi avrà certamente parlato sia col collega Liverani ma soprattutto col preparatore Gigi Genovese. Il prof lo avrà certamente rassicurato, ma gli avrà anche fatto capire che se vuole imporsi in una piazza appassionata come Salerno anche l’aspetto mentale reciterà un ruolo importante: Iannarilli, altro prodotto della Lazio, ci mise un po’ per comprenderlo (a sue spese), Berardi (anche lui proveniente dai capitolini) non riuscì a calarsi nella nuova realtà dei “grandi”. Se, senza tornare ai tempi di Zenga, Strakosha vuole riuscire a fare meglio dei suoi predecessori, dovrà lavorare duramente ed ascoltare i consigli di Genovese e dei compagni più esperti: fisico e talento ci sono, ma anche alcuni dettagli da limare dal punto di vista tecnico-tattico e caratteriale.

6 Commenti

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  • Diamogli fiducia, sta attraversando un periodo di ambientamento, ci tiene a far bene ma si sente sotto pressione, se cominciamo a dire che è scarso facciamo il male della Salernitana

  • Che grande errore aver lasciato andar via Gori,grande portiere e grande uomo,ma tant’è la riconoscenza e la gratitudine non sono di questo mondo,si è voluto l’azzardo con un ragazzino imberbe e i risultati cominciano a venir fuori…………..ahi Lotito e Fabiani!

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