L’autore presenterà il suo nuovo lavoro, grazie anche al patrocinio del comune, venerdì 7 agosto alle ore 18:30 a Roccavivara (CB), presso l’aula consiliare.
La serata sarà presentata dai prof. Domenico e Gaspare Di Lisa, mentre il dott. Giuseppe Di Renzo (collaboratore della gazzetta del molise) farà da moderatore.
La storia di “Tonino” ci dà un idea di come generalmente si viveva nel vecchio sud Italia, un sud martoriato dalla guerraappena finita, un sud in ricostruzione che vuole tornare ad essere una terra in cui poter vivere e che vuole fare ciò attraverso la forza di volontà e il lavoro di uomini e donne che fino pochi anni prima hanno dovuto osservare impotenti la distruzione della seconda guerra mondiale. Il primo obiettivo è ricostruire, economicamente e logisticamente, ritornare ad un livello accettabile di vita, il secondo è ritornare ad una dignitosa vita, ad una sicurezza economica.
“Tonino” nasce in Molise nel 1944, in una regione appena liberata dai nazifascisti. Qui frequenta le scuole dell’obbligo e passa una difficile infanzia ma riesce comunque a ottenere il “Diploma di licenza di Scuola Media” da privatista. Giovanissimo è costretto ad emigrare in cerca di lavoro. Lo trova in Germania e Svizzera ma si scontra contro le durissime condizioni a cui erano costretti gli emigranti dell’epoca, impiegati per lo più in attività particolarmente gravose ed usuranti. Non potendo continuare gli studi prosegue la propria formazione come autodidatta e proprio per la sua autoformazione che passa lamaggior parte del suo tempo libero fra i libri e documentari, soprattutto di storia. Solo in pensione si concede qualche viaggio, specialmente presso alcuni Paesi dell’Est di cui ama l’architettura e le persone. Oggi vive in Campania dove ha deciso di scrivere “Figli della guerra” e dove è continuo e costante il proprio impegno presso svariate e delicate tematiche sociali.
Ciò che ci racconta “Figli della guerra” non è solo la condizione post seconda guerra mondiale, ma anche come una generazione sia riuscita a risollevare le sorti di una regione, di una nazione, di come il lavoro possa essere mezzo per ritrovare attività e valori perduti e di come purtroppo tali valore non siano arrivati alla generazione successiva,condannando la prossima a rivivere una storia simile a quella di Antonio, il figlio della guerra.