Terra di confino sempre uguale, zona ancora di latifondo governata da taciti accordi tra vecchi signorotti feudali e sindaci compiacenti. Terra, che ogni abile bracciante aveva l’obbligo di coltivare con l’unico fine di procurarsi, quotidianamente, da mangiare per sé e per i propri cari. Zio Giorgio, durante la sua breve vita, è sempre stato socialista. Nella sua Salerno, ha rivestito numerosi incarichi politici, godendo di una generale fiducia, stima e soprattutto amicizia. Egli ritornava spesso nei luoghi della sua prima gioventù, luoghi che non aveva mai dimenticato, e che portava sempre nel suo cuore; quel cuore che, al terzo attacco, purtroppo si arrese.
Zio Giorgio è stato un testimone della politica e, per il lavoro d’ingegneria svolto, anche un protagonista in parte, tra gli anni sessanta e ottanta, del generale processo di urbanizzazione dal paese verso la città. Ed è questa, la testimonianza di lui che credo meglio serva, oggi, a tutti noi: guardare a orizzonti e costruire orizzonti sempre più ampi di vita presente e futura, anche contro la volontà della stessa politica. Dal paese alla città, al mondo.
Angelo Giubileo