Cambia la società e mutano, inevitabilmente, usi e costumi. Anche i più ancestrali, quelli ritenuti “immortali”, perché direttamente collegati alla morte e alla religione. E’ di qualche giorno fa un necrologio apparso sulle bacheche riservate all’affissione in alcuni comuni della Costa d’Amalfi che annuncia la dipartita di un settantenne locale.
A darne il triste annunzio la moglie, i figli, i parenti tutti. Fin qui tutto nella norma, nel rispetto della formula classica, se non fosse che tra i congiunti che ne annunciano la dipartita figuri anche la compagna dell’uomo con cui aveva trascorso gli ultimi anni di vita.
Il nome della donna segue, per grado, quello della moglie, rimasta al primo posto della gerarchia familiare. Un fatto singolare, che con tutta probabilità vuole semplicemente riconoscere alla compagna – anche da parte degli altri familiari – un ruolo di rilievo negli ultimi anni di vita dell’Estinto, dopo che il suo matrimonio si era concluso anzitempo.
Sta di fatto che, rispetto a tanti drammi della gelosia che si consumano post separazione, questo messaggio “innovativo” dimostra come si possano lasciare illesi rapporti si cordialità e rispetto anche dopo la fine di un matrimonio, che non equivale certo alla fine della vita.
Commenta