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Rinascita Psi, Amatruda: “Napoli? Sua risposta è figlia dell’esperienza post comunista”

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“In questi giorni ho provato, a Salerno, la mia città ad avviare un dibattito. C’è spazio per un progetto riformista.  Un progetto che parta dalla migliore esperienza socialista degli ottanta, da quell’universo moderato e cattolico che e’ stato isolato dal furore demagogico”. A dirlo Gaetano Amatruda già portavoce dell’ex Governatore della Campania Stefano Caldoro.

“Un progetto – prosegue Amatruda –  che recuperi, rinnovandole, le migliori esperienze ed intuizioni di questi ultimi anni e che sia capace anche di una lettura critica degli ultimi venti anni. Ho ricevuto apprezzati e qualificati segnali di incoraggiamenti, troppo autorevoli rispetto alla portata della mia proposta. Le letture più strumentali e superficiali, a destra e sinistra, leggono invece il trasformismo, altri leggono cambi di casacca.

Analisi senza logica di chi rifiuta dibattito e confronto. E’ l’analisi di chi negli anni si è allenato proprio in questa logica, di chi è abituato a ragionare nell’ottica dello “stai con me o contro di me”, nella filosofia del “se passi ottieni questo”. Una analisi tipica di certo settarismo comunista.

L’errore che commette, in parte, in queste ore una persona seria e perbene come Enzo Napoli.  La sua risposta alla mia idea è figlia dell’influenza post comunista, non della sua cultura liberale. Può capitare, dopo tanti anni all’ombra delle quercia, che si attribuisca al “sole di ferragosto” la voglia di avviare un ragionamento.

L’idea lanciata, se posso permettermi, è altra è più alta.  Salerno non ha un padrone che decide, non ha dinastie o sudditi. È città che nel Dna ha l’idea di libertà per ragioni storiche e di cultura. È ‘Salerno che programma Salerno’ (per recuperare un felice slogan degli anni ottanta) che decide il suo futuro.

Non ho intenzione di recuperare vecchi schemi ma di recuperare un metodo. Ma servono adesioni più autorevoli rispetto al mio modestissimo contributo.  Fuori dagli schemi, dai luoghi comuni, liberi dalla logica del padrone. Non ho neanche voglia, in questa fase, di denunciare le cose che non vanno. Di fare inutili contraltari.

È il momento di rilanciare l’idea di Salerno.  Una riflessione sulla vocazione industriale, sulle scelte della città turistica. Sui meriti e sulla trasparenza nelle società partecipate. Sui nuovi diritti e sulla organizzazione dei servizi, sulle opportunità per tutti e non per pochi.
Non per lanciare anatemi ma per costruire futuro.

Per migliorare e non per distruggere. Con chi ha voglia di esserci, di appassionarsi, con chi oggi ha ruoli di responsabilità.
Con chi è più abituato a ragionare con il metodo riformista, senza paraocchi.  Un progetto che superi paure e legittimi personalismi, che parli sopratutto alla città”.

Gaetano Amatruda

 

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