Per lui, cresciuto nel Treviso e che proprio nelle fila dei veneti s’era imposto all’attenzione degli addetti ai lavori come uno dei giovani più interessanti del panorama nazionale e non solo, guadagnandosi addirittura la chiamata del Napoli, le cose nel corso degli anni non sono andate proprio benissimo, anche a causa di qualche consiglio non proprio eccellente ricevuto da chi gli stava attorno. Parliamo di un ragazzo che a 27 anni ha già affrontato tante esperienze (anche una all’estero col Bellinzona) ma che non è mai esploso del tutto e che, anzi, è stato sempre etichettato come un talento “incompiuto”, uno che avrebbe potuto dare molto di più e fare molto di più anche per se stesso.
A Catanzaro, in Lega Pro, Russotto s’è ritrovato (7 reti all’attivo per lui lo scorso anno), nonostante i problemi societari accusati dai giallorossi nel finale della scorsa stagione. Giunto a ritiro già iniziato, Russotto ha cercato di mettersi subito in pari coi nuovi compagni e Torrente gli ha dato spesso e volentieri fiducia, sia nelle amichevoli che nelle prime uscite ufficiali. Russotto, che non è propriamente un esterno d’attacco, ma più una seconda punta, sta cercando di interpretare nel migliore dei modi le mansioni che gli ha assegnato il tecnico di Cetara, ma deve cercare di essere più incisivo sotto porta e deve, soprattutto, evitare le giocate fini a se stesse, quelle belle da vedere ma che non sempre portano a risultati concreti. Il romano è convinto di poter tornare ad alti livelli, la Salernitana vuole dargli fiducia ma ora Russotto deve dare tutto, altrimenti rischia di vivere un’altra stagione da talento “incompiuto”.
Praticamente un Giandonato 2, leggermente più scarso. Vendiamolo finchè c’è tempo!