Nella categoria Favole il primo premio è andato a Gianluca Scognamiglio con “La volpe e il topo”. Menzione speciale, nella stessa categoria, per “Una vera amicizia” di Chiara Ganzetti e “Una semplice lezione” di Simona Barra. Nella categoria Affabulatori premiate Maria Rosaria Apicella con “Il paese del silenzio” e Desirè Terenziano con “Il coraggio di essere se stessi”.
Premiati anche Andrea Siano e Vincenzo Ragone per il giornalismo, Milva Carrozza per la cultura, Sergio Mazza per sport e sociale e Gerardo De Rosaper il sogno. Esempi di passione e grande volontà nel perseguire obiettivi importanti che, nei rispettivi ambiti personali e professionali, puntano all’accrescimento del livello culturale, etico e sociale del nostro territorio e non solo.
Occhi e cuore del pubblico del Fabula sono stati tutti per Lino Banfi ha raccontato la sua vita e la sua carriera regalando un ideale libro dei sogni irripetibile. Da quando dormiva in stazione per ripararsi dal freddo, all’incontro con il principe De’ Curtis fino all’acclamazione tra i più amati attori italiani.
“Abbiamo scelto di premiare Lino Banfi- ha spiegato il direttore artistico Andrea Volpe– perché ci sembrava una figura positiva per i ragazzi. Ha rappresentato e rappresenta il nonno di tutti. E’ la dimostrazione del fatto che si può partire dal basso e con la tenacia, l’onestà e la determinazione si può conquistare il sogno. Lino Banfi mi ha sorpreso per la sua disarmante umanità. Marito e padre devoto, grande maschera del grande e del piccolo schermo e soprattutto uomo, che alla soglia degli ottant’anni, ha ancora voglia di dare qualcosa alle nuove generazioni”.
“I tatuaggi più belli non sono quelli che vi fate sulla pelle. Sono le parole dei nonni che saranno con voi per sempre- ha detto Banfi rivolto ai giovani creativi-. Tutta la mia vita è stato un sogno. Sapevo che un giorno sarei diventato famoso, che avrei firmato autografi e che avrei realizzato il mio sogno.
Questo però non mi ha cambiato. Sono e resto una persona umile, attaccato alla mia famiglia, fedele a mia moglie ed innamorato del mio pubblico al quale porto un rispetto smisurato e verso il quale nutro un grande affetto. A quasi ottant’anni- ha concluso- mi sono fatto una promessa: voglio riprendere ad amarmi. Mi guardo invecchiare e non è semplice ma gli occhi delle persone che mi guardano con ammirazione mi spingo a credere che probabilmente devo riprendere a volermi bene. Sono una brava persona, il tempo passa ma questo non deve spaventare nessuno. Ricomincio da questa sera e da questo Premio bellissimo che per me ha un grande valore. Quando mi hanno invitato confesso che non lo conoscevo, oggi posso dire che lo porterò nel cuore”.