Sempre a Cava, poi, ha avuto la possibilità di giocare in Serie C1 col Delta Basket, seguendo il trasferimento della società a Salerno nelle due stagioni successive (in C2). Dopo le esperienze con Pol. Libertas Irno e Pall. Sarno, Capaccio è tornato in città, stavolta per indossare la canotta della Pall. Salerno (in C2). Poi 4 anni consecutivi in Serie C nazionale col Delta, società con cui ha affrontato anche le due successive stagioni in Serie C regionale. A metà dello scorso campionato, Capaccio ha deciso di trasferirsi alla Polisportiva Battipagliese e col club di Rossini ha vinto il torneo di Serie D. Ora, per lui, si profila la possibilità di tornare a giocare a Salerno, con la Hippo, e di rappresentare il punto di riferimento, l’esempio, per tutti i compagni più giovani che da lui avranno tanto da imparare.
– Approdi in una realtà giovane, ma ambiziosa e, soprattutto, con un progetto di rilancio del basket cittadino, che sembra quantomeno in affanno. Che contibuto pensi di poter offrire?
«La situazione attuale del basket salernitano – ha affermato Stefano Capaccio – è davvero difficile, c’è bisogno di nuovo entusiasmo e di persone appassionate a questo sport e che abbiano progetti a lungo termine. Dal canto mio credo di poter aiutare la Hippo impegnandomi sul campo come ho sempre fatto e mettendo a disposizione di tutti la mia esperienza e la voglia di fare bene, ancora per qualche anno nella mia città».
– Hai sempre militato in categorie superiori, dimostrando di poter tenere tranquillamente il campo, lo scorso anno hai vinto il campionato di Serie D con Battipaglia dopo aver lasciato il Delta. Come ha fatto il DS Carmando a convincerti ad indossare la canotta della Hippo?
«Negli ultimi anni grazie al Delta ho potuto disputare campionati di C nazionale e di C regionale. A febbraio, dopo aver interrotto il rapporto con la società della famiglia Pierri, ho vissuto 4 mesi entusiasmanti a Battipaglia, conditi da qualche infortunio di troppo ma anche dalla vittoria del campionato. Adesso accetto questa nuova sfida nella mia città, senza nascoderti che l’amicizia che mi lega al DS Carmando ha avuto un ruolo fondamentale in questa scelta. Il suo entusiasmo è contagioso ed è bastato parlare 10 minuti per convincermi».
– La società è intenzionata ad assegnarti i gradi di capitano della truppa e, visto che avrai tanti compagni giovani, dovrai rappresentare per loro un punto di riferimento ed un modello. Un attestato di fiducia incondizionata, ma anche una bella responsabilità…
«Essere il capitano di questa squadra mi carica ancor di più, proverò ad avere una parola buona per tutti i miei compagni, aiutando il coach sul campo e fuori. Credo sia importante il lavoro in palestra, rigare dritto, rispettare gli sforzi della società, ma anche sorridere e scherzare nello spogliatoio. Cosa che mi riesce sempre molto bene».
– In panchina ci sarà Pino Ferrara che, sin dalla prima seduta di allenamento, ha dimostrato di voler tenere i ritmi alti, dando grande intensità al lavoro in palestra, così da ottenere lo stesso risultato in partita. Sarà una Hippo che vivrà una stagione a cento all’ora?
«Conosco molto bene Coach Ferrara, mi fece esordire in C1 a 18 anni a Cava de’ Tirreni. Ci siamo ritrovati per qualche mese anche al Delta e per una stagione intera alla Pallacanestro Salerno. Pino ha l’esperienza necessaria per capire i momenti in cui accelerare e quelli in cui abbassare il ritmo, è evidente che siamo una squadra fatta per la maggior parte da ragazzi giovani e che l’intensità sarà il nostro marchio di fabbrica. Sono sicuro che riusciremo a trovare il nostro ritmo lavorando tanto in palestra».
– Cosa ti senti di promettere ai tuoi nuovi tifosi, che seguiranno la Hippo dal vivo e tramite social network e media sempre attenti alle sorti del club granata?
«Ai tifosi, ai genitori dei piccoli atleti del minibasket e agli appassionati di basket di Salerno, che invito a seguirci numerosi, durante l’anno prometto il massimo impegno. La mia passione per questo sport mi ha sempre portato a non mollare mai. Alla società assicuro di comportarmi da professionista come ho sempre fatto, magari essendo più riflessivo degli anni scorsi e meno istintivo… Per il resto Forza Hippo!».