La ritengo, a dispetto certamente delle intenzioni degli stessi autori, diseducativa. Che esalti il ruolo dei “cattivi”, generando emulazioni tra bande di ragazzini sbandati.
Creando eroi negativi che divengono modelli da imitare. Nell’eloquio tutt’altro che immaginifico. Nell’abbigliamento. Nella condotta a-morale. Gomorra fotografa certamente uno spaccato di società partenopea, ma non ci aiuta a sconfiggerla”.
Un’opinione personale del sindaco di Giugliano “ma il personale ed il pubblico – avverte ancora Poziello – quando si è sindaci di una città, spesso si sovrappongono”. Una scelta che già sta creando divisione.
I giudizi sui social sono i più diversi; c’e’ chi plaude all’iniziativa del sindaco ma c’è anche chi sostiene che per combattere la criminalità organizzata occorre ben altro.
Per Poziello, comunque, Giugliano è una città “ricca di contraddizioni, che vuole lasciarsi alle spalle l’onta del commissariamento per infiltrazioni camorristiche. Che cerca occasioni di riscatto.
Ma, soprattutto, Giugliano è diversa e distante dalla rappresentazione che ne diede la serie “Gomorra”. Quella stessa serie a cui oggi ho negato l’autorizzazione a girare nella nostra città. So che alcune scene sono state già registrate a Giugliano in maggio, in locali privati. Non saranno, però, registrate scene in luoghi pubblici. E mi auguro che gli autori vorranno avere un rispetto e una considerazione di questa città diversi da quelli che le hanno tributato in precedenza. In caso contrario – conclude – siamo pronti a portare la produzione in tribunale”.