Quella di Bussotti è una carriera lunghissima e costellata di preziose collaborazioni, tra cui quelle con Pierre Boulez e Luigi Dallapiccola, la coppia Cathy Berberian e Luciano Berio (che lo ospitava spesso in casa a Milano e che lo introdusse agli ambienti musicali milanesi dopo gli anni parigini), John Cage, Carmelo Bene e Roland Barthes, con i quali ha condiviso l’interesse per la sperimentazione e la ricerca di nuove strade nel linguaggio musicale, spinto da una forte necessità espressiva e dal continuo interesse per nuove forme d’arte totale. Sarà proprio il critico e linguista francese Roland Barthes, a esprimersi sull’arte del musicista fiorentino definendo “un manoscritto di Bussotti […] già opera totale, indipendentemente da quello che dirà la musica”.
Un’estetica dove trasgressione aleatoria e suggestioni arcane convivono perfettamente, sino a fare del fiorentino (oggi giovanile ottantenne) un maestro delle scuole post dodecafoniche: rigoroso, colto, raffinato, talvolta aperto a ironiche riletture dei materiali più disparati. I lavori della giornata di studio coordinati dal M° Turaccio, si apriranno alle 11.00 con “Hoc signum scribes”, un’introduzione alla drammaturgia scenica nella scrittura musicale di Sylvano Bussotti; seguita da un film-documentario del 2004 di Nino Bizzarri “Bussotti”. Evento centrale del convegno sarà la presentazione della prima biografia autorizzata da Bussotti, di Luigi Esposito “Un male incontenibile, Sylvano Bussotti artista senza confini”, ed. Bietti, Milano, 2013, con visione di partiture, figurini e bozzetti, costumi e burattini, disegni e dipinti, foto di scena, foto d’occasione, ascolto di alcuni brani. Luigi Esposito, compositore e artista visivo nonché storico allievo e collaboratore di Bussotti, che sarà appunto a Salerno, ha lavorato per anni alla stesura di questa biografia, approfondendo una mole sterminata e preziosa di documenti e testimonianze.
Un tratteggio quasi scientifico del maestro fin dalla nascita, quel primo ottobre 1931, nel quale nonno Natale, con un telegramma al ramo padovano della famiglia (e forse inconsapevolmente al mondo intero), scrive: “Nato felicemente bambino”. Il libro ripercorre tratti di vita personale e musicale, oltre alla precisa analisi di opere musicali, quali “La Passion selon Sade”, “Lorenzaccio” o “The Rara Requiem”. Ma la musica non è l’unica protagonista del volume: le regie teatrali, l’opera letteraria, pittorica, pittografica diventano parti complementari “di un’unità organica e inseparabile”, come ricorda Sandro Cappelletto nella prefazione.
Anche la danza ha grande rilievo nella produzione di Sylvano Bussotti, il quale oltre ad aver composto molte pagine per balletto è stato regista di spettacoli suoi e di altri autori. Nel volume è analizzata la tipica scrittura musicale “bussottiana”, il cui vitalismo, la capacità di reinventarsi e l’eros affascinano migliaia di appassionati ed esperti. L’opera presenta una corposa sezione tutta dedicata ai cataloghi delle opere, delle regie, delle collaborazioni. A chiusura dell’incontro, nel pomeriggio, verranno esposte alcune tavole di un’analisi della “Scena Madre” del “Tieste”, rappresentato al Teatro dell’Opera di Roma (Teatro Brancaccio) l’8 giugno del 2000, per sviscerare “La grafomania” del compositore fiorentino.
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