Salerno ritrova il gusto antico della processione per il Santo Patrono. Un anno dopo tensioni, polemiche e contestazioni tutto è filato liscio e senza alcun problema con migliaia di persone che hanno assistito alla processione partita dal Duomo poco dopo le 18 in grande serenità. Processione sobria scortata dall’audio dei tanti altoparlanti collocati nel centro storico che diffondevano la preghiera ed il messaggio dell’Arcivescovo. Poco prima delle 20.30 le statue davanti al Comune. Alcuni fedeli invocavano l’ingresso delle statue all’interno di Palazzo di Città ma non c’è stato alcuno strappo al protocollo. Nel Comune è entrato solo l’Arcivescovo, dopo la preghiera e la benedizione, con il Braccio di San Matteo. Le statue sono state posizionate di fronte all’ingresso del Comune, una accanto all’altra, mentre quella di San Matteo è stata collocata in corrispondenza dell’arco principale del porticato.
Poi le preghiere ed il ritorno al Duomo la corsa sulle scale e la rotazione completa delle paranze davanti alla balaustra, prima di rientrare in chiesa per la messa nella cripta. Nel complesso sono state quattro le soste a piazza Portanova, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Dei Principati, all’incrocio tra via Cilento e corso Garibaldi e a piazza Sedile del Campo. Non c’era il Governatore della Campania De Luca e neppure il sindaco Enzo Napoli. Con la fascia tricolore Eva Avossa i consiglieri comunali e provinciali, il presidente della Provincia Canfora, le autorità militari e civili con il Questore, il responsabile della Prefettura il vicario Forlenza, il comandante della Capitaneria di Porto, quello dell’Arma dei Carabinieri ed anche Claudio Lotito.
Protagonista della processione Don Michele Pecoraro nuovo sacerdote del Duomo che con le sue preghiere ha trascinato i presenti ad una partecipazione massiccia alle celebrazioni coinvolgendo con la sua fede e la sua passione i fedeli presenti. Prima di arrivare al Duomo don Michele Pecoraro a Largo Campo ha chiesto ed ottenuto una pacificazione tra tutti e con l’Arcivescovo Moretti. Due persone della folla hanno abbracciato l’Arcivescovo e poi Don Michele ha chiesto a tutti un segno di pace e riconciliazione nel luogo dove si verificò la contestazione più feroce al Vescovo. Non una semplice esortazione alla pace ma un atto pratico. “Avevo in mente questa cosa ma non ne avevo parlato neppure con il Vescovo. Ora possiamo cominciare un anno con maggiore speranza e fratellanza”.
L’Arcivescovo Moretti ha poi rivolto un appello ai fedeli prima della Santa Messa in Duomo: “Ringrazio tutti per la partecipazione e coloro che hanno creato le condizioni perché tutto si svolgesse nel miglior modo possibile”. Poi ha aggiunto: “San Matteo aiuti tutte le nostre famiglie. La cura vera per guarire le ferite è lasciarsi amare dal Signore ed imparare da lui ad amare”. Ed ancora: “Ci sia nella Diocesi una attenzione particolare e straordinaria ai giovani. Lì dove ci dovrebbe essere speranza, esuberanza di vita, entusiasmo, troviamo frustrazione perché questi ragazzi sperimentano la solitudine. Voglio rivolgere un appello agli adulti a prendersi cura dei giovani. Un appello alle istituzione perché creino le condizioni per trovare un futuro, per mettere su famiglia e contribuire alla crescita della società”. Questa passione diventi energia viva e non fonte di polemiche per far crescer la coscienza vera della comunità per prendersi cura l’uno dell’altro e far crescere la solidarietà. Non difendiamoci dagli altri ma amiamo gli altri”.
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