«Renzi ama comunicare con mezzi immediati come slide e lavagne, e noi abbiamo scritto sulla sua lavagna il futuro che ha in mente per il Paese: un’Italia disseminata di trivelle e che ostacola energie pulite e vantaggiose come quelle fornite dal sole e dal vento», dichiara Luca Iacoboni, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Una strategia energetica legata al passato, da bocciare senza riserve, che dimostra scarsa comprensione del presente e mancanza di visione futura». L’attività dei volontari di Greenpeace si inserisce in un weekend di mobilitazioni organizzate in tutto il mondo in vista della Conferenza sul Clima (COP21) che si terrà a Parigi il prossimo dicembre. In 25 Paesi sono in corso diverse manifestazioni per promuovere energie rinnovabili ed efficienza energetica, le uniche vere soluzioni per contrastare i cambiamenti climatici. L’Italia si prepara invece all’appuntamento di Parigi con iniziative governative del tutto insensate come, ad esempio, la proposta di riforma della tariffa elettrica attualmente in consultazione. In sintesi, l’idea dell’Autorità per l’Energia è di far pagare meno a chi consuma di più, in barba a efficienza, protezione del clima e a qualunque ragionevole principio di politica economica.
«L’appuntamento di Parigi è importante, ma l’Italia ci arriva con idee confuse e zero credibilità. Al di là delle chiacchiere, i fatti mostrano che Renzi e i suoi ministri ci stanno portando verso due sonore bocciature: quella dei mercati e quella della storia. Lottare contro il cambiamento climatico, autorizzando al contempo trivelle in mare e a terra e boicottando rinnovabili ed efficienza energetica, è come voler fermare una macchina spingendo sull’acceleratore», conclude Iacoboni. In vista della COP21 del prossimo dicembre, Greenpeace chiede ai leader mondiali uno sforzo di ambizione e risolutezza per contrastare i cambiamenti climatici. Al vertice di Parigi occorre sottoscrivere un accordo vincolante che preveda un futuro 100 per cento rinnovabile per tutti entro il 2050, obiettivo assolutamente alla nostra portata, come dimostra anche il report “Energy Revolution 2015”, pubblicato questa settimana da Greenpeace. Al momento manca solo la volontà politica di molti tra coloro che sono chiamati a decidere. Come Renzi e il suo governo.