Il previsto taglio di 80 unità mette seriamente a rischio la fruizione dell’immenso patrimonio storico, artistico, culturale, archeologico che caratterizza le due province campane.
Il pericolo serio e concreto è quello di una pesante ripercussione sul turismo, traino di questi territori: meno personale è sinonimo di minori garanzie in ordine all’apertura dei siti di interesse, alla loro cura, alla loro manutenzione. Insomma, un effetto domino dal quale l’economia locale rischia di uscire con le ossa rotte.
«E’ veramente incomprensibile una decisione del genere, a maggior ragione per un territorio come questo che grazie al proprio patrimonio può far leva su di un turismo storico-culturale che in molti ci invidiano. Pensiamo al sito di San Pietro a Corte e al Museo della Scuola Medica Salernitana a Salerno, che potrebbero restare chiusi o andare incontro a grossi ridimensionamenti delle attività, alla stregua della Badia di Santa Maria de Olearia di Maiori o quella benedettina di Cava de’ Tirreni; della Certosa di Padula, al Battistero benedettino di Nocera.
Per spostarci poi nell’avellinese e vedere ridotte le attività del Carcere Borbonico o del Goleto. Cosa diremo ai milioni di turisti che ogni anno affollano le nostre terre? Che il nostro patrimonio non è fruibile perché il Governo fa scelte assurde? Come pensiamo che i visitatori possano essere invogliati a tornare se i nostri tesori sono chiusi o maltenuti perché manca il personale?» – tuona il Segretario Giudice.
«Questa è la strada per distruggere completamente Salerno e Avellino, la Campania, il Sud: impedire lo sviluppo del turismo, fiore all’occhiello della nostra economia. Mi rivolgo al Ministro Franceschini perché riveda questa posizione assurda e a tutte alle istituzioni locali affinché scendano in campo per evitare che questa ghigliottina si abbatta sui nostri territori mettendo a rischio il nostro sviluppo» – conclude il Segretario Regionale Cisal Terziario Giovanni Giudice.