L’interpellanza si è resa necessaria in quanto la Fondazione Ravello – che “ha raggiunto, negli anni, brillanti ed eccezionali risultati sia in termini di realizzazione del famosissimo, e ormai ultra sessantennale, Ravello Festival, vero fiore all’occhiello dell’offerta culturale italiana, sia in termini di gestione del monumento Villa Rufolo, che oggi vive un momento felicissimo per la complessa e complessiva mole di interventi realizzati per le modalità gestionali messe in campo, dopo cento anni di sostanziale immobilismo e degrado, tanto da indurre il ministro Franceschini a dichiarare, nel luglio 2014 e nel corso di una sua visita/sopralluogo: ‘La Fondazione Ravello è un modello da seguire’” – sta oggi vivendo un triste passaggio.
Si apprende dagli organi di stampa – sottolinea Russo – che dagli atti trasmessi al ministro, nei primi due mesi del nuovo corso della Fondazione, si sarebbe operato solo per “defenestrare anticipatamente a scadenze contrattuali i protagonisti della precedente gestione, e per tentare di spendere immediatamente le risorse rinvenute, frutto di attenta e scrupolosa gestione, tralasciando, invece, le azioni veramente urgenti, volte a dare garanzie e supporto alle importanti attività in corso, e segnatamente a quelle riguardanti il bene monumentale Villa Rufolo, alle emergenze, alle urgenze rappresentate e rimaste disattese”.
Paolo Russo chiede quindi al ministro Franceschini “quali iniziative di propria competenza intende intraprendere per porre freno a quella che è una deriva pericolosa che, travolgendo la Fondazione Ravello in nome della ‘politica’, finirebbe per travolgere uno degli esempi più fulgidi di modello gestionale, una eccellenza dell’offerta culturale italiana, un monumento tra i fiori all’occhiello del ricchissimo patrimonio nazionale”.