L’organo, attribuito all’organaro Gian Battista De Lorenzi (1806–1883), in stile neogotico – si compone di 3 tastiere in avorio, una pedaliera (con 27 pedali in totale) e ben 1078 canne. Lo strumento – la cui realizzazione durò ben undici anni (1872-1883) – viene ‘catalogato’ come ‘opus 181’ costituendo, quindi, l’ultima creazione del De Lorenzi.
Originariamente era stato costruito per il Duomo neogotico di Schio, in provincia di Vicenza, paese natale del De Lorenzi, ma per traversie ancora da indagare è giunto fino a Salerno nel 1888 in seguito alla morte del suo inventore. Suonato la sera antecedente la terribile alluvione dell’ottobre del 1954 è stato restituito alla città solo lo scorso anno, dopo un lungo intervento di restauro – opera dell’organaro Giuseppe Fontana di Altavilla Silentina (con la collaborazione di Sergio Cammarota del Consorzio “L’Officina” di Roma) – che ha sforato le seimila ore di lavoro.