Legge Severino approda a Consulta, le ipotesi in campo

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De_Luca_e_De_MagistrisMartedì la Corte Costituzionale esamina una delle norme più discusse degli ultimi tempi, per portata innovativa e peso politico: la legge Severino e, in particolare, la sospensione degli amministratori locali colpiti da condanne, anche in primo grado, per determinati reati: dalla corruzione all’associazione mafiosa, dal traffico di droga all’abuso d’ufficio. Questione da cui ne scaturiscono altre: se la sospensione esprima una sanzione di natura penale; e se la si possa applicare retroattivamente, per fatti commessi prima del varo della legge.

Alla Consulta la legge approda veicolata dal caso de Magistris, il sindaco di Napoli che ha avuto una prima condanna per abuso d’ufficio: mentre come pm si occupava dell’inchiesta Why Not avrebbe acquisito tabulati telefonici in modo illegittimo. Cosa faranno i giudici? Una delle strade è l’inammissibilità, come chiede l’Avvocatura dello Stato.

“La Corte -spiega il costituzionalista Augusto Barbera – potrebbe valutare inammissibile la questione sulla scorta di quanto deciso a maggio dalla Cassazione, che ha stabilito debba essere il giudice ordinario, e non quello amministrativo, a giudicare sull’applicazione della Severino. A rivolgersi alla Consulta è stato invece il Tar. Questo, in concreto, darebbe ancora un po’ di tempo a de Magistris per ripresentare la questione attraverso il tribunale ordinario.

E successivamente la Corte potrebbe riaffrontare interamente i temi legati alla legge Severino esaminando anche le questioni poste nell’ambito del caso di Vincenzo De Luca”. Anche il governatore della Campania, infatti, è incappato in una sospensione, poi stoppata, per una condanna in primo grado per abuso d’ufficio: il tribunale ha sollevato dubbio di costituzionalità e la Consulta deve fissare la data per la trattazione della causa.

La Corte, però, potrebbe optare anche per un’altra via, partendo dal presupposto che quando de Magistris si è rivolto al Tar, la Cassazione non si era ancora espressa; e che, in ogni caso, il sindaco di Napoli ha poi fatto ricorso anche al tribunale civile che ha ripetuto lo schema già messo in atto dal Tar, condividendone il percorso; e, come il Tar, ha sospeso tutto e lasciato de Magistris al suo posto, in attesa della Corte Costituzionale.

Questo potrebbe essere un appiglio per entrare nel merito. Più complesso capire quale sarà la decisione finale. Secondo il giurista Gianluigi Pellegrino, “resta innanzitutto ferma la pregiudiziale di inammissibilità. Nel merito se mai si può ipotizzare che decadenza e incandidabilità per sei anni (come per Berlusconi) costituiscano sanzioni penali, senz’altro non lo è una sospensione per soli 18 mesi, molto inferiore a quella applicata per identiche vicende ai funzionari comunali o regionali.

Quindi l’unico profilo che resterebbe da decidere è se assuma rilievo il fatto che la legge, del dicembre 2012, è successiva all’elezione di de Magistris nel giugno 2011. Comunque è profilo che riguarda solo De Magistris, perché sia De Luca che Berlusconi si sono candidati ben sapendo dell’esistenza della legge Severino.

Certo un intervento della Consulta – aggiunge Pellegrino- darebbe alla politica quello spunto per modificare la legge che non ha la forza di assumere autonomamente perché teme lo sfavore popolare”. Quello che invece è quasi certo è che la Corte lavorerà a ranghi ridotti. La mattina il giudice costituzionale Daria De Preti illustrerà la causa; Gabriella Palmieri e Agnese Soldani, avvocati dello Stato, difenderanno la legge Severino.

I legali di de Magistris rappresenteranno il sindaco. Nel pomeriggio la camera di consiglio. Ma i giudici rischiano di essere solo 11: una causa affidata a Giuseppe Frigo è stata infatti rinviata e il giudice non dovrebbe essere presente. Altri tre mancano all’appello perché da tempo devono essere eletti dalle Camere. Undici è comunque cifra dispari che assicura una maggioranza e mette al riparo da una parità da dirimere col voto del presidente, che in quel caso vale doppio.

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