L’allenatore è stato “graziato” dai tifosi, convinti che i problemi di questa Salernitana sono di ben altra natura. Torrente è arrivato in punta di piedi ed ha sempre accettato di buon grado qualsiasi decisione della società. Ha rinunciato a portare con se’ uno staff tecnico di fiducia, si è rimesso nelle mani del club granata per la costruzione dell’organico, senza interferire più del dovuto nelle operazioni di mercato. Mai una polemica, una parola fuori posto, se non quella mezza frase arrivata a caldo, dopo la partita con il Trapani, quel “mi arrangio” pronunciato a denti stretti, che ha acceso il dibattito attorno alla Salernitana.
Torrente, però, non è andato oltre. Ha preferito continuare a mantenere un profilo basso, proseguendo per la sua strada. E’ evidente che il tecnico di Cetara non è un sergente di ferro e non è neanche uno di quei “generali fortunati” tanto spesso invocati da patron Lotito, dal momento che, a giudicare dai primi due mesi di campionato, la Dea Bendata non lo ha di certo assistito. Ora, però, l’allenatore è chiamato ad uscire dal “guscio”, a prendere in mano le redini di questa squadra, senza lasciarsi influenzare, a fare le sue scelte, schierando i giocatori a disposizione nei ruoli a loro più congeniali e di conseguenza ad assumersi le responsabilità delle sue decisioni. Solo allora si potranno davvero tirare le somme.