Il libretto della Bohème, tratto dal romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème pubblicato a puntate sul <> dal 1846 a 1849( poi in volume nel 1851), nacque fra polemiche e fu oggetto di sofferte elaborazioni da parte dei due librettisti Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, cui si affiancarono lo stesso Puccini, come sempre, e l’editore Giulio Ricordi, nel suggerire, consigliare, rifare non senza situazioni di stallo e di sconforto. Ci fu infatti bisogno di una gestazione di tre anni e nove mesi, prima che l’opera venisse rappresentata al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1896 con Arturo Toscanini sul podio e il seguente cast: Cesira Ferrani (Mimì), Evan Gorga (Rodolfo), il mezzosoprano Camilla Pasini (Musetta), Antonio Pini Corsi (Shaunard), Michele Mazzara (Colline), Alessandro Polonini (Benoît e Alcindoro).
Argomento
Quadro I
A Parigi nel 1830, il pittore Marcello ed il poeta Rodolfo si trovano nella povera soffitta dove lavorano. Il freddo è tale che sono costretti a bruciare l’ultimo dramma scritto da Rodolfo per scaldarsi. La situazione non certo rosea non impedisce di essere allegri e sereni; a loro si uniscono prima il filosofo Colline e poi il musicista Schaunard, che è riuscito a comprare legna e cibo. E’ la vigilia di Natale e i quattro amici decidono di concedersi il lusso di festeggiare al Quartiere Latino. Riescono a liberarsi del signor Benoît,, il padrone di casa, con uno stratagemma e Schaunard, Colline e Marcello escono, mentre Rodolfo resta a casa per finire un articolo. Bussano alla porta: è Mimì, la vicina di casa cui si è spento il lume. La invita ad entrare e, rapito dalla sua dolcezza, inizia a corteggiarla. Si raccontano le loro vite e finalmente si baciano. Decidono poi di raggiungere gli amici.
Quadro II
Al Cafè Momus Rodolfo presenta Mimì ai suoi amici. Marcello non è di buon umore: è arrivata Musetta, suo antico amore, ora legata all’anziano Alcindoro. Anche Musetta lo vede e cerca di ingelosire il pittore; alla fine si libera di Alcindoro e torna tra le braccia di Marcello. E Alcindoro si trova, rientrando nel locale, solo e con il conto della combriccola da pagare.
Quadro III
Mimì ha litigato per l’ennesima volta con Rodolfo; arriva alla Barriera d’Enfer dove Marcello dipinge la facciata di un’osteria e Musetta insegna canto agli avventori. Marcello confida a Mimì che Rodolfo si è rifugiato da lui. Fa freddo, nevica e Mimì, che soffre di tisi, tossisce in continuazione; Marcello cerca di convincerla a rientrare a casa, anche perchè Rodolfo si è svegliato e lo sta raggiungendo. Mimì, invece, si nasconde e ascolta il dialogo tra i due amici: Rodolfo finge di essere geloso di Mimì, che accusa di civettare con tutti, ma poi confessa di amarla perdutamente e di essere profondamente preoccupato perchè le disagiate condizioni di vita, non possono che peggiorare lo stato di salute della giovane. Mentre si confida con l’amico, Rodolfo si accorge della presenza di Mimì che ascolta. Vorrebbero separarsi, ma poi decidono di restare insieme fino all’arrivo della primavera.
Quadro IV
Rodolfo e Marcello, soli nella soffitta, pensano a Mimì e Musetta. Arrivano Colline, Schaunard e scherzano con loro di fronte al misero pasto, quando si presenta Musetta insieme a Mimì molto ammalata e debilitata. Gli amici lasciano soli i due innamorati che si giurano eterno amore. Musetta ha comprato un manicotto per l’amica, che l’aveva richiesto come ultimo desiderio; Colline vende il suo cappotto per acquistare delle medicine, ma tutto è inutile. Mimì muore e Rodolfo, piangendo disperatamente, l’abbraccia per l’ultima volta.