Beni Culturali di Salerno, che al di là delle giuste rivendicazioni di mantenere i livelli occupazionali inalterati propone soluzioni
immediate per una migliore fruibilità dei beni culturali in città. “Creare da subito una sede periferica a Salerno del Polo Museale della
Campania – sintetizza Faiella – considerato che lo stesso Ufficio periferico già gestisce in provincia sedi importanti come la Certosa
di Padula e i musei archeologici di Eboli e Sarno. In città, infatti, sia il Complesso Monumentale di San Pietro a Corte (sito attenzionato
dall’UNESCO in attesa di diventare patrimonio dell’umanità, ndr) che il Museo Virtuale della Scuola Medica Salenitana potrebbero passare,
senza grossi problemi, sotto la guida del Polo con l’utilizzo del personale della Beap in esubero: addetti alla vigilanza, funzionari
storici dell’arte, alle tecnologie e amministrativi.
Per quanto riguarda invece l’individuazione della sede degli uffici a Salerno, oltre alla disponibilità dei locali di Palazzo Ruggi e d’Avossa già
in uso alla Soprintendenza Beap, si potrebbe immaginare, una volta verificato con il comune, anche di avere qualche altra stanza a
Palazzo Fruscione, visto che già esiste un protocollo per la fruizione dei locali terranei in funzione dell’apertura di San Pietro a Corte”.
Una proposta quella di Faiella in linea con i dettati della Riforma Ministeriale: Tutela alle Soprintendenze e Valorizzazione ai
Poli Museali, che sarà meglio esplicitata nella prossima riunione che si terrà presso l’Archivio di Stato di Salerno il 20 novembre 2015 con
Cgil, Cisl, Uil e Unsa. All’incontro sono stati invitati anche i rispettivi coordinatori nazionali di settore: Claudio Meloni (Cgil),
Daniela Volpato (Cisl), Enzo Feliciani (Uil) e Giuseppe Urbino (Unsa).