La comunità parrocchiale guidata da Don Paolo Carrano, il Sindaco Ernesto Sica, unitamente all’intera Amministrazione, e l’Associazione “Amici di Padre Beniamino Miori”, presieduta dal professore Giuseppe Rinaldi, hanno accolto, insieme ai tanti fedeli in un clima davvero gioioso, il ritorno dell’amato parroco con una santa messa officiata dal Vescovo Monsignor Luigi Moretti. Presente anche Padre Fulvio Procino, Superiore Provinciale dei Padri Stimmatini.
L’atteso momento ha assunto un significato ancora più importante e profondo per la presenza del quadro della Madonna di Montevergine in peregrinatio nelle parrocchie di Picciola e Corvinia.
“Bentornato a casa Padre Beniamino” sono state le parole commosse di Don Paolo Carrano che ha ringraziato il Vescovo Moretti per la costante vicinanza e la benevolenza. Il parroco ha, quindi, rivolto un ringraziamento sentito all’Amministrazione, all’Associazione “Amici di Padre Beniamino Miori” e ai fedeli che hanno reso possibile questo grande traguardo. Don Paolo ha parlato di“momento che rimarrà per sempre scolpito nelle nostre menti e nei nostri cuori”elogiando, ancora una volta, “la storia, le virtù di questo grande sacerdote e la sua azione quotidiana accanto alla popolazione e per migliorare la nostra chiesa e il suo campanile”.
Padre Beniamino è stato definito da Monsignor Moretti “un animatore instancabile e un grande pastore in tempi non facili”. “Da questo momento – ha aggiunto – in questa chiesa tutti potranno pregare al suo fianco e lui pregherà per voi”. Il Vescovo ha, quindi, evidenziato l’esempio di Maria Santissima e si è soffermato sulla ricorrenza liturgica di San Giovanni Paolo II.
“E’ stata una serata davvero indimenticabile – ribadisce il Sindaco Ernesto Sica –che ci rende felici, emozionati e orgogliosi dell’impegno riservato alla figura di Padre Beniamino e della preziosa sinergia tra Amministrazione, parrocchia, associazione e tutti i fedeli che ringrazio di vero cuore”.
Intanto, fino a domenica prossima, nella chiesa di Picciola, si susseguiranno appuntamenti dedicati alla preghiera, alla riflessione e all’animazione che coinvolgeranno un’intera comunità in festa per Padre Beniamino e per la peregrinatio del quadro della Madonna di Montevergine.
La tumulazione privilegiata dei resti mortali di Padre Beniamino Miori dalla Cappella dei Padri Stimmatini di Battipaglia alla chiesa di Picciola è stata autorizzata con decreto del Presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca n. 155 del 2 settembre 2015 a seguito dell’istanza presentata dal professore Giuseppe Rinaldi. In precedenza, dopo l’atto di indirizzo approvato dalla Giunta Municipale di Pontecagnano Faiano, il procedimento aveva ricevuto già il via libera dell’Arcivescovo di Salerno Monsignor Luigi Moretti con decreto arcivescovile del 19 gennaio scorso. A Padre Beniamino il Comune, lo scorso anno, condividendo e recependo la richiesta di Don Paolo Carrano e della Pro Loco “Etruschi di frontiera” e attraverso la piena sinergia con l’associazione Miori, aveva già intitolato la piazza di Picciola. Altri momenti di riflessione e partecipazione in onore dell’amato parroco sono stati rappresentati dalla presentazione del libro con le sue opere e da una mostra presso l’ex Tabacchificio Centola.
Padre Beniamino Miori, mitica figura di sacerdote amato e rispettato come santo molto importante per la comunità di Picciola e dei territori circostanti, nel difficile tempo di guerra che trasformò Pontecagnano Faiano e, in particolare, la località di Picciola in uno dei più importanti scenari dello sbarco alleato del settembre 1943, continuò a portare conforto alla sua gente anche quando gli venne requisita la casa dalle truppe alleate, rimanendo a vivere sotto il campanile danneggiato della Chiesa, che riparò personalmente. Nel frattempo si dedicò, studiando l’inglese, al conforto pastorale dei soldati alleati e anche alla cura dei prigionieri (italiani e tedeschi) che dal vicino campo di aviazione (attuale aeroporto) frequentavano la chiesa di Picciola per le funzioni religiose. Prestò la sua opera, inoltre, come maestro elementare ai suoi parrocchiani, ma tre anni di vita di stenti e privazioni di ogni genere gli furono fatali. Colpito da polmonite fulminante, morì all’ospedale di Salerno. Ancora oggi è ricordato dagli abitanti di Picciola come un vero esempio per tutta la comunità cristiana.