I riscontri effettuati dalla Guardia di Finanza sono finalizzati a verificare la veridicità dei dati e delle informazioni contenute nelle autocertificazioni prodotte dagli interessati, attraverso la consultazione delle banche dati informative in uso al Corpo, i rilevamenti presso Enti esterni (Inps, Centro per l‘Impiego, Anagrafe comunale) nonché, laddove necessario, attraverso il controllo di scritture contabili e di risultanze bancarie.
I controlli eseguiti hanno consentito di rilevare numerose irregolarità: su circa 20 autocertificazioni esaminate, 7 sono risultate non veritiere in quanto sono state rilevate l’omessa indicazione dell’effettivo numero di componenti del nucleo familiare, l’omessa indicazione di parte dei redditi percepiti (molti richiedenti non hanno inserito tra i propri redditi l’indennità Inail, l’assegno di maternità o i premi di produzione), le false indicazioni sulla situazione anagrafica per consentire di abbattere il reddito complessivo familiare o innalzare il limite reddituale stabilito dalla legge (che prevede un aumento di 1032,91 euro per ogni familiare convivente). I responsabili rischiano la pena della reclusione da uno a cinque anni e una multa da 309,87 a 1.549,37 euro.
(Comunicato Ufficiale Guardia di Finanza – Comando Provinciale Salerno)
Commenta