«Amministrazione comunale e sindacati si assumono il peso di un’azione politica per il mantenimento dell’assistenza sanitaria per tutti – spiega il primo cittadino di Eboli -. Prendiamo atto che i nostri parlamentari di zona sono incapaci di intervenire su un argomento tanto delicato e che sta a cuore degli ebolitani. Ricordiamo ancora quante inutili parole spese in campagna elettorale soprattutto dall’attuale parlamentare del Pd, Antonio Cuomo, che una volta ritrovato il suo spazio politico e personale non è riuscito a muovere un solo dito per frenare l’attacco che i vertici sanitari e la Regione, tutti della sua stessa area politica, hanno mosso contro l’ospedale di Eboli. Per mesi abbiamo assistito alla menzogna che una volta avvicendate l’amministrazione regionale e la dirigenza della Asl Salerno, Eboli non avrebbe sofferto più.
Invece, siamo costretti a constatare che l’attacco alla sanità ebolitana è diventato ancora più marcato». In ogni caso, l’Amministrazione comunale di Eboli, pur orfana di qualsiasi sostegno a parte di rappresentanti politici sovracomunali, a cominciare dai parlamentari cittadini, non si fa trovare impreparata. Già nelle scorse settimane, stante il pericolo di ridimensionamento o chiusura del reparto di ginecologia, il sindaco, Massimo Cariello, ed il presidente del Consiglio Comunale, Fausto Vecchio, avevano incontrato a più riprese sia i medici del reparto, sia i primari dell’ospedale di Eboli. Una serie di incontri dai quali i due esponenti politici dell’Amministrazione Cariello hanno tratto utili indicazioni per disegnare un futuro possibile per l’ospedale di Eboli.
«Le indicazioni forniteci dagli operatori sanitari dell’ospedale di Eboli, insieme con le esigenze, che noi conosciamo da tempo, di assistenza da parte dei cittadini, ci hanno portato ad ipotizzare un piano che punti al potenziamento dei reparti ospedalieri e, conseguentemente, dell’intero nosocomio ebolitano – dice ancora il sindaco di Eboli –. Avevamo già proposto, insieme con il presidente Vecchio, l’ipotesi di attivare il servizio di fecondazione assistita, perché sarebbe stato possibile grazie alle attrezzature che già esistono in ospedale e perché questo avrebbe mantenuto al loro posto i ginecologi che sono andati via. Ora chiediamo nuovamente che il commissario Postiglione presti attenzione alle nostre ipotesi che gli consegneremo personalmente, con l’obiettivo di garantire ai cittadini quei livelli assistenziali a cui tutti devono accedere in un contesto civile».
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