L’indagine ha coinvolto sei regioni italiane: Lombardia, Marche, Campania, Sardegna, Lazio e Veneto. Altre 14 persone sono indagate. Gli indagati erano originariamente 18. Uno di essi, un palermitano, è nel frattempo deceduto. Gli arresti sono stati compiuti in flagranza di reato a Napoli, dove un libero professionista di 40 anni è stato trovato in possesso di circa 1.500 video di pornografia minorile; a Milano, dove è stato arrestato un dipendente pubblico di 55 anni che aveva circa 110.000 immagini e 1.700 video pedopornografici; a Salerno, dove è stato arrestato un disoccupato di 51 anni trovato in possesso di oltre 2.000 video pedopornografici.
L’indagine ha anche permesso di accertare numerosi contatti tra gli indagati ed un centinaio di persone in Francia, Regno Unito, Islanda, Polonia, Brasile, Marocco, i cui relativi dati sono stati comunicati alle autorità internazionali. Molte delle immagini e dei video sequestrati ha un contenuto particolarmente raccapriccianti perché raffigurano minori impegnati anche in scene di sesso con animali o sottoposti a strumenti di tortura e costrizione.