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Scandalo badge al Ruggi, indagini estese ai professori universitari

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Sarebbero cinque i primari del San Giovanni di Dio e Ruggi dʼAragona che avrebbero omesso il controllo sulle presenze nei rispettivi reparti ed un primario dovrà anche riferire in Procura sulla posizione di alcuni medici che- al lavoro- sarebbero usciti dallʼospedale per andare a svolgere attività altrove. Dovranno rispondere davanti alla commissione disciplinare guidata dall’ex pm Silvio Perongini. Ma potrebbero incappare in sanzioni anche caposala e coordinatori che avrebbero dovuto relazionare i superiori i quali non avrebbero il compito diretto di controllare i dipendenti del nosocomio. A scriverlo il quotidiano Metropolis oggi in edicola.

Sarà discussa venerdì davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Salerno la posizione di otto presunti assenteisti allʼospedale Ruggi di Salerno (alcuni avrebbero ancora il badge in dotazione), sospesi dal servizio per un anno dallʼazienda dopo lʼinchiesta della Procura. I difensori degli indagati (Ivan Nigro, Michele Tedesco, Michele Sarno) chiedono la revoca della misura interdittiva con argomenti che vanno dalla parziale inutilizzabilità dei filmati a elementi di sproporzione con lʼesigenza cautelare e di fuorviante interpretazione normativa.

Per tutti il sostituto procuratore Francesco Rotondo, titolare dellʼinchiesta, aveva chiesto (rigettata) al gip Sergio De Luca lʼapplicazione degli arresti domiciliari: lʼistanza non è stata formulata ai giudici del Riesame che dovranno decidere solo sulla richiesta di revoca della sospensione dal servizio di infermieri e caposala (posizioni lʼuna differente dallʼaltra) raggiunti da provvedimento a fine settembre. Lʼinchiesta era nata nel 2014 dalla denuncia del sindacalista Cicalese, ex dellʼUgl e ora iscritto alla Cisl, e culminata con il porvvedimento del 30 settembre firmato dal giudice.

Fonte Metropolis

 

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