“Una nuova emergenza si sta aprendo nel salernitano – commenta SimoneCiampoli, direttore di Coldiretti Campania – con gravi danni in particolare nell’Agro Nocerino e nella Valle dell’Irno.
Ci risultano perdite ingenti a centinaia di ettari coperti per circa l’80% da serre, dove erano in fase di piantumazione le colture orticole. L’esondazione degli affluenti del Sarno ha spazzato via macchine e piantine. Situazioni simili si sono verificate anche nell’area casertana lungo il fiume Volturno. Stiamo valutando la possibilità di chiedere per queste zone lo stato di emergenza, così come è avvenuto nel Sannio”.
Ma le piogge hanno creato forti disagi anche in provincia di Napoli, in particolare nell’area tra Afragola, Frattamaggiore, Casandrino e Melito. “La Campania – spiega Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – si scopre ancora una volta una regione con un territorio troppo fragile. Pur dovendo fare i conti con un clima che ci consegna fenomeni estremi, c’è una condizione ormai insostenibile di dissesto idrogeologico.
I fiumi devono diventare una risorsa, non una minaccia. Non è possibile continuare a tenere imprese e cittadini nel terrore di veder spazzato via il proprio lavoro e la propria vita a causa di un temporale. Esiste un problema serio di ruolo dei Consorzi di Bonifica, così come esiste una questione irrisolta nella gestione degli invasi.
Le piogge ormai cadono troppo in poco tempo e poco per lunghi periodi. Di fronte a questi cambiamenti epocali del clima bisogna reagire con vigore. Non basta mettere una pezza dopo un’emergenza, come avviene sempre e da troppi anni. Siamo a un punto di non ritorno dopo queste giornate drammatiche. Come abbiamo spiegato al ministro Martina e al presidente De Luca, occorre subito un approccio di sistema alla gestione del territorio.
E non solo per l’agricoltura. Un’agricoltura di qualità vive se c’è un territorio manutenuto e valorizzato. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, anche intervenendo dove le Istituzioni pubbliche non ce la fanno. Gli imprenditori agricoli possono essere le sentinelle ambientali che l’Ue richiama nella nuova Pac”.