La vicenda giudiziaria ha avuto inizio da una denuncia presentata dal Presidente del “Comitato di difesa dalle Stazioni Radio Base di Castel San Lorenzo”, Pasquale Maiale. Il Comitato, nato nell’agosto 2012, si opponeva all’iniziativa dell’amministrazione comunale, considerando il manufatto “di grande impatto paesaggistico”, e ribadendo che “ nel raggio di 300 metri si trovano il 50% degli edifici del paese, che le scuole si trovano a soli 250 metri”.
I cittadini aderenti al Comitato, inoltre, inscenarono una singolare forma di protesta, incatenandosi nei pressi della fontana pubblica del centro cittadino allo scopo di ottenere lo spostamento dell’impianto, giudicato “troppo vicino al centro abitato”. Tra l’altro il Comitato aveva anche promosso una raccolta firme, raggiungendo le 1054 adesioni. Insomma, una serie di azioni anche eclatanti contro la decisione dell’amministrazione comunale, fino alla querela contro il Sindaco e il responsabile dell’Ufficio Tecnico, accusati di aver agito per “arrecare un danno alla cittadinanza”. Nonostante le proteste e le accuse, l’amministrazione non ha desistito dal suo intento, consapevole di agire nel giusto, senza arrecare danno al territorio e senza minacciare la salute dei cittadini, come ha confermato la decisione del giudice di archiviare il caso.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, dottoressa Donatella Mancini, ha dunque, archiviato il procedimento contro il Sindaco e il responsabile dell’Ufficio Tecnico. Nella sentenza di legge che “nell’atto di denuncia-querela da cui ha tratto origine il procedimento, Pasquale Maiale, presidente del Comitato Cittadino di difesa dalle Stazioni Radio Base con sede in Castel San Lorenzo, lamentava plurimi profili di illegittimità della procedura amministrativa attraverso la quale il comune di Castel San Lorenzo aveva autorizzato l’installazione di una torre metallica per la telefonia mobile in località Tempa; in tale contesto evidenziava altresì di non aver ottenuto alcun riscontro da parte degli organi competenti ad una nota di accesso agli atti, o comunque ad una richiesta di chiarimenti e notizie all’Ufficio Tecnico concernenti per l’appunto l’indicata procedura”.
Il Comitato per ben tre volte si è opposto al giudizio della legge (archiviazione), chiedendo ulteriori rilievi (tuttavia ritenuti “superflui” dal Gip), e continuando a ritenere il Sindaco ed il responsabile dell’Ufficio Tecnico responsabili del reato di abuso d’ufficio, e autori di una condotta illegittima posta in essere “per procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad arrecare ad altri un ingiusto danno”. Un giudizio completamente ribaltato dal giudice per le indagini preliminari, secondo cui “non si potrà giammai pervenire alla conclusione secondo cui gli amministratori comunali avessero agito allo scopo di arrecare un danno alla cittadinanza, piuttosto che nella convinzione della legittimità del loro operato”.
“Queste infrastrutture – ha più volte affermato il Sindaco Gennaro Capo – sono opere di urbanizzazione primaria per cui, per legge, ed indipendentemente dalla volontà delle Amministrazioni, possono essere ubicate anche nei centri abitati e sul tetto degli edifici: esempi in proposito se ne vedono tanti. Circa la tutela paesaggistica, va detto che questi trasmettitori sono presenti anche nelle aree protette, basta munirsi dei relativi permessi, tra l’altro l’area interessata non lo è. L’Amministrazione comunale ha agito come sempre nell’esclusivo interesse della comunità castellese”.