Tramonti: parroco vieta orazione funebre ad assessore e lei sviene in chiesa

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Ravello_Panorama-e1345993756759L’estremo saluto a una persona cara attraverso il pensiero sincero e la voce di un rappresentante, spesso autorevole, della società civile. La nobile pratica della laudatio funebris, in voga già ai tempi degli antichi Romani, resiste, specie nei piccoli centri dalle ancestralitradizioni, seguendo l’omelia del sacerdote che prima di chiunque usa anche tracciare il profilo umano e il cammino di fede del defunto. Lo scrive Il Vescovado.it. Domenica scorsa, a Tramonti, a margine di un rito esequiale presso la chiesetta di Paterno Sant’Elia, nell’omonima borgata dove il tempo sembra essersi fermato, il parroco, don Emilio D’Antuono, ha vietato all’assessore di zona, Arianna Fortiguerra, di leggere, a margine della celebrazione eucaristica, il discorso richiesto dalla famiglia della defunta.

Quando l’assessore si è apprestata a dirigersi verso il leggio, il settantenne parroco le ha impedito categoricamente di intraprendere la propria iniziativa. Un’azione inaspettata, se si considera la circostanza e la “platea” offerta ben volentieri quasi ovunque dall’Ecclesia per questo genere di iniziative, che ha generato imbarazzo e stupore tra i presenti che gremivano la chiesetta. La 25enne rappresentante dell’esecutivo cittadino, già provata dalla morte prematura della vicina di casa alla quale era particolarmente legata, non ha potuto opporre resistenza e, visibilmente scossa, stava per guadagnare nuovamente il proprio posto quando ha improvvisamente perso i sensi. Un vicino di banco, che da subito aveva cercato di tranquillizzarla, ha evitato che potesse riversarsi sul pavimento.

In chiesa si sono vissuti attimi di panico con il mormorio generale dello sbigottimento a fare da sottofondo e la richiesta, da parte del figlio della defunta, di poter leggere quel pensiero spontaneo preparato con sentimento per l’estremo saluto di sua madre. Ma nulla da fare. Portata all’esterno, l’assessore si è subito ripresa e il parroco ha proceduto con la benedizione del feretro. Al termine del rito funebre il sindaco di Tramonti Antonio Giordano si è intrattenuto con don Emilio per cercare di comprendere le motivazioni alla base del plateale diniego.

Che tra il parroco e l’assessore non ci fosse mai stata sintonia non era un segreto, ma nessuno, tra i fedeli e gli abitanti del borgo, avrebbe mai immaginato un simile gesto – non un esempio di carità cristiana – rivolto a un rappresentante dell’ istituzione più vicina ai cittadini che è anche una donna della propria parrocchia. Un episodio che qui a Tramonti riporta subito alla mente i continui dissapori tra il vecchio parroco di Campinola, Gete e Ponte, padre Giovanni, e l’Amministrazione comunale.

Fonte Il Vescovado.it

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  • I preti sono i primi a non mettere in pratica ciò che predicano ogni domenica,mettono solo fardelli sulle spalle di persone più sensibili e loro si fanno la loro brava vita,anche con la commara o “l’amico”….se non fanno di peggio!

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