da ultimo, in data 18 settembre 2015, la direzione distrettuale antimafia di Salerno ha eseguito perquisizioni ed ha acquisito documenti presso gli uffici comunali e le abitazioni del sindaco, del fratello, di un componente del suo staff e della segretaria comunale, con contestuale notifica di avviso di garanzia per ipotesi di reati di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, concussione, corruzione e abuso d’ufficio;
nel corso di tali perquisizioni, come si evince dal comunicato stampa diramato dalla procura della Repubblica di Salerno, si è proceduto al «sequestro della documentazione relativa all’aggiudicazione di appalti pubblici tra cui quello relativo alla realizzazione del polo scolastico comunale (dell’importo di circa 6 milioni di euro), al conferimento di incarichi a tempo determinato a dirigenti dell’Ente e alle determine inerenti i lavori di riqualificazione urbanistica e stradale presso il medesimo consesso amministrativo»;
anche la consorte del sindaco Aliberti, la consigliera regionale della Campania Monica Paolino, risulta indagata per ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso e si è dimessa da presidente della commissione anticamorra e beni confiscati del consiglio regionale della Campania;
inoltre, da diversi mesi il sindaco Aliberti sta diffondendo in città la notizia di voler perseguire la via delle urne e del rinnovo degli organi elettivi comunali, prima che venga a scadenza la metà del suo secondo mandato, in maniera tale da poter riproporre la propria candidatura a sindaco per il terzo mandato, nel maggio-giugno 2016;
al riguardo occorre precisare che mai nessuna deliberazione proposta dalla giunta municipale è stata rigettata in consiglio comunale né, tantomeno, risultano voti contrari da parte di esponenti della maggioranza;
il sindaco ha proposto e fatto notificare, in data 23 ottobre 2015, un ricorso al T.A.R. Campania – sezione staccata di Salerno contro il comune di Scafati, per impugnare il provvedimento emesso dall’ufficio urbanistica comunale in data 15 settembre 2015 ed avente ad oggetto il diniego della segnalazione di inizio attività (SCIA). Tale SCIA era stata richiesta dal sindaco per la realizzazione di una tettoia nella propria abitazione, in data 10 settembre 2015, e cioè appena cinque giorni prima dell’atto di diniego. Così di fatto ha posto le premesse per l’attivazione della procedura finalizzata alla decadenza dalla carica di sindaco per lite pendente, da deliberare prima del 16 dicembre 2015; ed infatti dopo la tale data non potrebbe più ex lege ripresentare la propria candidatura come «primo cittadino»;
il comune di Scafati ha immediatamente deciso, con deliberazione di giunta comunale n. 281 del 26 ottobre 2015, di costituirsi in detto giudizio pendente innanzi al T.A.R. Campania – sezione di Salerno;
questo comportamento messo in campo da un sindaco, già rinviato a giudizio per fatti attinenti alle attività amministrative ed indagato, sempre insieme alla segretaria comunale, per ipotesi di reato molto gravi, appare agli interroganti un mezzo per superare la normativa legislativa vigente sul divieto di più di due mandati consecutivi alla carica di sindaco, sancito dal testo unico dell’ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 266;
va tenuto presente che l’articolo 51 del testo unico, al comma 2, stabilisce che «Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche». Inoltre, alla stregua del comma 3 del medesimo articolo 51 del testo unico, è consentito un terzo mandato unicamente nella ipotesi in cui «uno dei due precedenti mandati abbia avuto una durata inferiore a due anni, sei mesi ed un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie»;
il consiglio comunale è già stato convocato per il 17 novembre 2015, con all’ordine del giorno il punto n. 5, riguardante l’avvio della procedura di decadenza del sindaco per il contenzioso menzionato innanzi al T.A.R. e per la conseguente contestazione della lite pendente con il comune, alla stregua dell’articolo 63 del testo unico enti locali;
significativi sono in tal senso i numerosi articoli sulla stampa salernitana in questi giorni;
alla luce di tali sopradescritte vicende, è urgente ad avviso degli interroganti assumere ogni utile e tempestiva iniziativa istituzionale per verificare la correttezza delle procedure amministrative per la declaratoria di decadenza da parte del consiglio comunale, già in itinere e messe in campo con la convocazione del consiglio medesimo per il 17 novembre 2015
– se non ritenga sussistere le condizioni e i presupposti, alla luce della vigente normativa, per promuovere adeguate ispezioni e verifiche – ai sensi degli articoli 141 e seguenti del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali – al fine di accertare se, nell’apparato politico-amministrativo del comune di Scafati, emergano e si riscontrino infiltrazioni della criminalità organizzata, ovvero forme di condizionamento amministrativo, tali da compromettere e insidiare il libero e sereno svolgimento dell’attività amministrativa e dell’azione di governo della città, e il regolare e corretto funzionamento degli uffici e dei servizi comunali, nonché per accertare l’applicazione della disciplina legislativa vigente in tema di decadenza e rieleggibilità dei sindaci. (5-06890)