La follia che spinge la donna in una tunica che è una camicia di forza, tra lo sfavillio dei parametri sacri è senz’altro scandalosa ma ciò che rende inquietante questa figura è la sua inossidabile ostilità all’ipocrisia. Si odono le voci di donne, di una donna che incarna tutte e altre, nelle righe sofferte di solo due dei quattro monologhi previsti, mischiate, confuse, immerse in una rete di simboli e segni, che diventano un vero e proprio collante tra l’immagine e la parola, tra il gesto e il senso. Un intero monologo interpretato dall’attore salernitano De Rosa, richiama donne, richiama la fede e richiama le credenze di una vita vissuta tra amore e castigo, tradizione e novità.